Ancora niente. L’Ars ha lavorato tutta la notte (ed è ancora al lavoro) per trovare la quadra, ma Sala d’Ercole non è riuscita ad approvare la Legge di Stabilità. Si lotta sulle tabelle, sui tagli che riguardano in particolare ex Pip, Consorzi di Bonifica, forestali, lavoratori dell’Esa e contributi ai teatri, ai disabili, allo sport e alla cultura.
Nessuna delle versioni di emendamenti e subemendamenti ha avuto il via libera dall’Assemblea, con la commissione Bilancio che ha dovuto aprire e chiudere i battenti diverse volte per la riscrittura dei documenti. Invano. La giornata d’altronde, non era partita bene, con le voci (smentite) di dimissioni che Nello Musumeci avrebbe consegnato nelle mani della giunta. Alle 18 la prima convocazione, che però è stata posticipata più volte.
Ala fine l’Ars si è riunita e ha votato praticamente tutta la Legge di Stabilità. Mancava, appunto, il voto al maxiemendamento per ristabilire il rifinanziamento di leggi di spesa. E qui si è bloccato tutto. Si sono accavallate le diverse versioni, ma nessuna di queste ha ricevuto l’ok, mentre il nervosismo si è fatto sempre più palpabile, con le urla del presidente della commissione Bilancio Riccardo Savona ben distinguibili, e con il presidente del parlamento Gianfranco Miciché visibilmente insofferente.
Poco dopo le 7 del mattino la svolta, con l’approvazione del documento finale. Una Finanziaria che per essere varata ha dovuto affrontare un percorso decisamente tortuoso.
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