Tasselli minimi, incastrati un pezzo per volta in uno stillicidio di ritmo e melina che ricorda i tempi lenti del passato del parlamento siciliano.
Ti aspetti l’Ars che chiude i conti e definisce gli accordi politici, “appatta le carte” e va avanti, che non si perde nei corridoi delle polemiche “gratis”, che lascia perdere e leva l’occasione, portando a casa il risultato condiviso, cioè l’approvazione del collegato-bis. Questo non è, che, tengono a precisare i forzisti “doc”, un esito da tutela di compagni di merenda in via d’estinzione, ma, stringi stringi, è stato promosso al rango di mega trattativa bipartisan.
Invece la settimana, con i suoi singoli match, è finita a reti bianche e con l’ennesimo rinvio a martedì. Se va bene. In mezzo a turbolenze tra “assessori big” che sfiorano la collisione e riunioni reiterate, la meta non è stata ancora centrata.
La premessa scaturita nell’ultima Finanziaria regionale di mettere dentro alla prima occasione tutto quello che, per vari ordini di motivi, non poteva rientrare nella prima versione del testo, una parte del quale, fu poi ampiamente oggetto di impugnativa romana, affonda le sue radici nell’atmosfera un poco scanzonata del deputato in cerca d’autore e magari di primo mandato che, tornando al paese, qualcosa deve pur raccontare, non trovandosi spesso a favore di flash e non potendo monetizzare solo “like” e condivisioni di comunicati stampa. Così, va la vita. Però quello non è l’unico motivetto di fondo.
Le anime conviventi del centrodestra hanno dovuto dare conto e ragione anche al “resto del mondo” che siede nel parlamento siciliano.
I “grillini” hanno tuonato contro la scarsa qualità del testo emendato, ma all’interno del maxiemendamento approvato dalla commissione Bilancio figurano norme inspirate da diversi pezzi di opposizione, come avviene, spesso da copione, in questi casi. Prima tra tutte, ma non unica, quella caldeggiata dal Pd sulla liquidazione delle terme di Acireale e Sciacca.
Il plenipotenziario della maggioranza in via di ricomposizione, Luca Sammartino, con un gran lavoro di cucitura, ha provato a centrare il risultato, ma, almeno al momento, senza fortuna.
Il presidente dell’Ars, come avviso ai naviganti non ha voluto fare mancare la sua: ” Spesso ci si ritrova a inserire tante norme in finanziaria o nelle variazioni di bilancio quando invece si potrebbe serenamente pensare di proporre disegni di legge ad hoc facendo il percorso previsto dal regolamento. Capisco le grandi difficoltà anche perché in passato l’abitudine è stata di portare tutte le norme all’interno di un disegno di legge, il classico ddl omnibus che poi purtroppo si trova ad avere tanti argomenti all’interno. Riteniamo che determinati
ostacoli, che poi ci sono nella fase successiva all’approvazione di una legge, possono essere superati con un approccio differente”