Due anni di lavoro per dare alla luce dieci opere che l’artista Giuseppe Agnello, scultore di Racalmuto, presenterà al pubblico il 3 e 4 giugno ad Agrigento.
“Dalle dure pietre”, questo il titolo della produzione, è un’indagine sulla natura partendo dalle sue viscere.
Fiori, boccioli e steli divengono il cardine, la chiave per penetrare la materia, accarezzarla, blandirla per poi farla sbocciare in forme sinuose nel gesso che viene plasmato.
Le dieci installazioni saranno distribuite tra gli spazi della chiesa di Santa Sofia nel Palazzo dei Giganti, con inaugurazione sabato 3 giugno alle ore 19 (fino al 31 dicembre) e il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, presentata al pubblico domenica 4 giugno alle ore 11 (fino al 30 ottobre).
La prima sede, dopo due secoli di abbandono e degrado, cappella annessa al Convento dei Domenicani e oggi sede del Comune di Agrigento, aprire le sue porte all’arte ospitando sette delle installazioni in mostra.
Un vero e proprio inno alla natura, invece, sono da considerarsi le altre tre installazioni che verrano collocate accanto al tempio di Giunone e che l’artista ha realizzato partendo da un’ acuta osservazione di fiori, boccioli e semi, tutto ciò che, in definitiva, per lui è fonte a cui attingere per la costruzione di forme e concetti.
Ogni opera di Giuseppe Agnello indaga la forma propria degli elementi, con linguaggio prettamente scultoreo, fondato su un materiale predominante come il gesso.
Chi osserva si trova di fronte a una natura che ha perso le sue caratteristiche abituali per trasfigurarsi in forme archetipiche che “invitano lo sguardo dell’osservatore ad approssimarsi il più possibile, a cogliere con un occhio-dito i contorni, il peso, la superficie e la materia della forma”, come si potrà leggere nel catalogo, a cura di Alessandro Pinto.
È un’esperienza tattile, un ritorno alla materia, come nella Valle dei Templi dove le opere sembrano “commemorare il momento in cui la vallata è stata scelta come sede dei templi votivi, e la roccia informe si è trasformata in struttura, dalle forme originarie delle piante e dei minerali alle forme archetipiche (la Sicilia, i boccioli, i rami), e ancora una volta alla mano che plasma e trasfigura la materia nata dalle dure pietre”.
La Sicilia di Agnello genera e viene generata dai boccioli, liberando un inno materico alla bellezza, a tutto ciò che potrebbe sbocciare ma che rimane sulla soglia, una metamorfosi annunciata ma non ancora giunta.
La mostra è organizzata dal Comune di Agrigento e dall’Ente Parco Archeologico, con il patrocinio delle Fam | Fabbriche Chiaramontane, del muRa | Museo di Racalmuto e dell’ Accademia di Belle Arti di Palermo e con il sostegno della FAMGallery di Agrigento che esporrà alcune opere a supporto del progetto.
Sulla pagina facebook https://www.facebook.com/events/108774783044513/ tutte informazioni su orari di apertura e costo dei biglietti.
- Fotografie di Angelo Pitrone