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Dall’azione immediata per uscire dall’emergenza ad una vera pianificazione per il futuro della città. È questa la visione dell’Assessore del Comune di Palermo, Maurizio Carta, che ilSicilia.it ha incontrato nel cuore della Kalsa.
Che cosa si immagina di poter fare in cinque anni?
Non dobbiamo pensare di stare sempre dentro ad un Pronto Soccorso. Mentre stabilizziamo il paziente dobbiamo cominciare a pensare ad allestire la sala operatoria per la definitiva guarigione. Cinque anni sono un tempo utile per poter rapidamente risolvere alcune questioni. Per farlo, abbiamo bisogno di una sorta di grande patto di collaborazione tra amministrazione e cittadini, imprese e altre istituzioni. Contemporaneamente, dobbiamo poter avviare una revisione complessiva dei due principali strumenti urbanistici: il piano urbanistico generale, che riguarda tutta la città, e il piano particolareggiato attuativo del centro storico.
L’Assessore ci riceve nella sede dell’Assessorato al Centro Storico, l’ex Noviziato ai Crociferi, alla Kalsa. Un luogo dai diversi significati…
Siamo all’interno delle mura di cinta che sempre di più si stanno forando, perché non siano un baluardo, quanto, invece, un’interfaccia porosa. Questo luogo ha due entrate, una lato mare, l’altra verso il centro: due punti nodali dello sviluppo della città. L’ex noviziato ingloba inoltre la chiesa di San Mattia dei Crociferi, che fa parte dell’Assessorato, ma che può essere anche concesso al territorio, alle associazioni per concerti, mostre, iniziative. Lo riapriremo presto perché torni ad essere un luogo in cui la Kalsa, ma anche altri quartieri, possano trovare l’occasione per raccontare una parte della loro storia.
Saliamo sulla terrazza da cui si domina il Foro Italico e si ha uno scorcio delle cupole principali. Da qui, la percezione delle criticità di Palermo è più netta. Non si parla di “priorità” con Carta, quanto di aree che possono essere oggetto di progetti-pilota (ne abbiamo parlato anche QUI). Nello specifico:
La Kalsa, per cui c’è un progetto in accordo con Palazzo Butera e l’Università per farla tornare ad essere il distretto degli artigiani e delle manifatture. Sono stati riportati in centro i residenti, i giovani e i turisti. Adesso, è tempo di far tornare in centro tutte quelle attività commerciali che compongono il tessuto di ciò che serve alla quotidianità.
Ci sono progetti anche per la Vucciria e piazza Magione, per la quale non basta la repressione, bensì è necessaria una ridefinizione degli spazi e delle funzioni.
Un’altra grande area da ridisegnare è quella composta dall’ex stazione Sampolo, dal mercato ortofrutticolo e in parte anche da quelle aree limitrofe che stanno attorno fino al mercato di via Montalbo: per esempio, l’idea è quella di sviluppare altre attività al mercato ortofrutticolo per far vivere l’area anche in altri orari e con altre finalità, pensando anche a quanto accade nelle grandi e più importanti città europee.
Alle spalle del mercato c’è l’area che appartiene alle ferrovie, ma che col sindaco abbiamo pensato possa diventare un polmone verde e allo stesso tempo un luogo da destinare ad attività per il tempo libero, decongestionando il centro storico. Poi, c’è l’area della Fiera. La Regione Siciliana ha già stanziato 15 milioni per un progetto di trasformazione del Padiglione 20 in un centro congressi. Noi ne abbiamo ottenuti altri 25 per completare quello che diventerà un polo congressuale ed espositivo, in cui inserire anche attività sportive.
Dall’altro lato, c’è l’area della trincea ferroviaria della stazione Notarbartolo. Insieme alle ferrovie stiamo cominciando a ragionare sulla possibilità della sua copertura.
Gli ultimi due luoghi-simbolo per il cambiamento del volto della città riguardano la Costa Sud, attraverso i due estremi: da un lato Sant’Erasmo, quindi prolungando gli effetti positivi che ha avuto la riqualificazione del molo da parte dell’autorità portuale, arrivando fino alla foce dell’Oreto e allo stand Florio. Dall’altro, abbiamo fatto un incontro per riattivare e accelerare la realizzazione della bonifica del parco Libero Grassi. Gli interventi saranno cospicui e lunghi. Ma si può pensare di poter rendere nel frattempo fruibile la spiaggia come si faceva un tempo: costruendo piattaforme su palafitte che contemporaneamente possano permettere la prosecuzione dei lavori.
Queste sono le aree e questi sono gli obiettivi. Ma come arrivarci?
Questa domanda mi fa pensare a due risposte. Innanzitutto, quale sarà il metodo da utilizzare. La compartecipazione. Si lavora insieme anche per individuare le soluzioni, non solo quando abbiamo già la soluzione e la dobbiamo imporre dall’alto. Con la compartecipazione un’amministrazione si arricchisce di spunti, idee, proposte, per capire le reali esigenze del territorio. Non solo. In questo modo si trovano anche dei partner per la realizzazione. Non possiamo restare fermi all’idea che il Comune debba essere anche sempre il gestore di tutte le funzioni. Quella di controllo, di regia generale, va bene. Ma dobbiamo ragionare nell’ottica di alleggerire le funzioni gestionali, attraverso la partecipazione del privato.
La seconda risposta riguarda la delega alla Mobilità. L’obiettivo è di ridurre del 20% l’utilizzo di vetture private per gli spostamenti. Abbiamo pensato a rendere più efficiente il sistema di trasporto pubblico locale sia su gomma che su ferro. Ridisegnando nuove linee per attraversare la città, inoltre, creeremmo nuove aree attrattive per servizi sportivi, sanitari, educativi e di divertimento, decongestionando al contempo il resto del territorio. L’idea è di creare anche altre due grandi aree parcheggio, per permettere a chi viene da fuori di avvicinarsi il più possibile al centro, lasciando la propria vettura in due hub, nord e sud. Non dimentichiamo, però, che quando tutta l’opera sarà completata, l’area metropolitana avrà a disposizione una dorsale tranviaria che collegherà l’aeroporto di Punta Raisi fino a Termini Imerese. I pendolari sia in entrata che in uscita saranno quindi incentivati a muoversi con il servizio pubblico.
Siete spesso al lavoro lei, l’Assessore Mineo, che tra le deleghe ha anche quella dell’Igiene e delle Politiche Ambientali, e l’Assessore alle Attività Produttive, Forzinetti…
Vorremmo stimolare un nuovo patto civico tra tutte le componenti: l’amministrazione, i commercianti, gli imprenditori, il sistema educativo, i residenti, per far sì che su alcune aree ci possa essere davvero una sorta di distribuzione di ruoli e di compiti. Un esempio è la richiesta a esercenti e commercianti di via Emerico Amari, che incontreremo la prossima settimana, di farsi carico della custodia e della cura della porzione che evidentemente è di loro interesse, affinché resti pulita. Sembra poco, ma vista la sofferenza che abbiamo per adesso permetterebbe all’amministrazione di usare per altri scopi le risorse umane e meccaniche della Rap.
Un conto è via Amari, altro discorso sono le situazioni ai due estremi, costituite da via Roma e piazza Magione…
Via Roma rappresenta l’assenza. Piazza Magione l’eccessiva presenza. Per via Roma in giunta con delibera abbiamo avviato la revisione dell’articolo 5 delle Norme di Attuazione del Piano di programmazione urbanistica del settore commerciale, che fino ad oggi ha impedito l’insediamento delle medie strutture di vendita. Ai tempi, si sperava in questo modo di salvaguardare i piccoli commercianti. Sappiamo come è andata a finire. Ma oggi, vedendo che quelle attività per sopravvivere si sono spostate nelle vie interne e nelle zone limitrofe fino alla via Maqueda, è giunto il momento di rendere attrattiva la via Roma ad altri interlocutori.
Piazza Magione mostra il problema opposto: un eccesso di presenza. Piazza Magione è una e tante. Finora le amministrazioni non sono riuscite a trovare il modo di conciliare le diverse anime di questa piazza. Quello su cui sto ragionando è che, forse, c’è bisogno di lavorare su orari e autorizzazioni, ma anche sulla ridefinizione degli spazi. La prossima settimana incontrerò il comitato dei residenti, che ha nel tempo avanzato diverse proposte. Se non una risoluzione, magari riusciremo a trovare un modo per contenere il problema, anche dialogando con i diversi esercenti, per far capire che è nel loro interesse non essere i produttori del conflitto, bensì parte della soluzione.
Da qui a 4 mesi, prima delle festività natalizie, cosa sarà riuscito a fare l’Assessore Maurizio Carta?
Sicuramente avremo avviato il bando per la realizzazione delle linee B e C del tram. Questo consentirà di cominciare a completare il processo di realizzazione del nuovo tipo di tram, quello che chiamo invisibile, senza catenarie né barriere. Sono altresì sicuro che approveremo in Giunta l’avvio del nuovo piano urbanistico generale. E credo anche che potremo dare notizia dell’avvio di alcuni progetti-pilota.