La partita a scacchi su Gesap. Uno dei match più caldi delle ultime settimane fra il Comune di Palermo e la Regione Siciliana. Il sindaco Roberto Lagalla e il presidente Renato Schifani non se le sono mandate a dire in merito al futuro della società Partecipata che si occupa della gestione dell’aeroporto del capoluogo siciliano. Dopo le dimissioni dal ruolo di amministratore delegato di Vito Riggio, ad occuparsi della conduzione economico-finanziaria dell’azienda è l’intero Consiglio d’Amministrazione in modalità collegiale, anche se i poteri operativi sono effettivamente esercitati da Salvatore Burrafato, nominato nel CdA in quota Fratelli d’Italia.
La partita si gioca sulla privatizzazione
Ed è proprio con i meloniani che il sindaco ha trovato una buona sponda per evitare o quantomeno posticipare il tema della privatizzazione. Gesap viaggia con numeri importanti, sia sotto il profilo dei passeggeri in transito nello scalo che a livello di bilancio, con l’ultimo esercizio chiuso con un attivo di oltre 12 milioni di euro. Ma per il futuro serviranno risorse importanti e la strada della privatizzazione viene considerata più di un’opzione dal presidente Renato Schifani. Il governatore ha inserito il punto anche nel suo programma elettorale durante le scorse elezioni regionali ma, pur avendo nel CdA una figura come quella di Vito Riggio che nella privatizzazione crede molto, tale operazione non ha trovato mai compimento. La questione, al momento, è solo ritardata.
“Il nocciolo vero delle società Partecipate è che da sole non hanno la capacità di investimento nel medio-lungo periodo che può avere un’azienda privata – ha commentato a BarSicilia il sindaco Roberto Lagalla -. A un certo punto non sono in condizione di garantire innovazione e competitività. Questo vale anche e soprattutto per l’aeroporto. I numeri sono eccellenti. Gli investimenti hanno funzionato, ma gli stessi sono basati anche su un indebitamento dell’azienda. Per carità, lo stesso è stato ripagato. Ma non può essere elevato per ogni piano industriale. In questo momento siamo nella fase ascendente di un lavoro portato avanti in precedenza, però è chiaro che noi dobbiamo essere pronti a tenere sulla cresta dell’onda questo aeroporto. Per fare ciò servono investimenti importanti. Ed ecco che l’ingresso o la compartecipazione del privato è un modello comune, che ha la sua ratio in queste cose che ho detto. Ecco perchè noi siamo in una fase di esplorazione e di vigili attesa sul mercato aeroportuale. Da qui a non molto assumeremo scelte che dovranno essere orientate alla possibilità di acquisire investimenti ma soprattutto nell’avere un partner credibile senza che questo metta a rischio la residuale quota di capitale pubblico“.
I nomi per il nuovo amministratore delegato
Molto dipenderà dalla futura figura di amministratore delegato. Al momento le acque sulla successione a Riggio sembrano calme. Ma, si sa, il mare cheto nasconde sotto i vortici. Secondo i rumors di Radio Palazzo sono due i nomi che stanno riscuotendo un certo numero di consensi. Roberto Lagalla vuole fare proprio il nome del futuro amministratore delegato, forte di un 80% di quote in suo possesso fra Comune di Palermo e Città Metropolitana.
A tal proposito, il sindaco starebbe pensando al profilo di Giovanni Maniscalco, dirigente dell’Irfis e attuale consigliere d’amministrazione di Gesap. Per Maniscalco non sarebbe l’esordio nel ruolo visto che, fra il 1998 e il 2005, fu proprio amministratore delegato di Gesap. Ma se il sindaco di Palermo può contare sulle sue quote, Renato Schifani potrebbe far pesare l’importanza economica della Regione nel futuro dell’aeroporto di Palermo. Una forza con la quale il governatore e il gruppo di Forza Italia starebbero spingendo sul profilo del presidente della Camera di Commercio Alessandro Albanese, anch’esso attuale consigliere d’amministrazione di Gesap.
Il futuro di GH
C’è poi il discorso relativo a GH, ovvero la società controllata di Gesap che si occupa della gestione dello scalo. Per la successione a Fabio Giambrone il nome più forte sarebbe quello di Giuseppe Biundo, imprenditore siciliano sostenuto dalla corrente di Italia Viva. In lizza, riferiscono fonti del Comune, ci sarebbero anche un altro paio di nomi. Ma per avere certezze bisognerà attendere. All’orizzonte si profilo un rimpasto di metà mandato complicato per il sindaco. E un passo falso potrebbe costare caro.