Si dovrà attendere un secondo vertice di maggioranza per trovare la quadra, ma sembra che la volontà politica del centrodestra ci sia: Nello Musumeci potrebbe essere il successore di se stesso per la candidatura del centrodestra alla carica di Presidente della Regione siciliana. L’occasione per l’annuncio ufficiale potrebbe essere una manifestazione pubblica a metà giugno: un momento per fare il bilancio dell’attività di governo e, appunto, lanciare la corsa al secondo mandato da governatore.
Bisognerà ancora lavorare, dopo il vertice di maggioranza di questa settimana, che ha visto la presenza di quasi tutti gli alleati. C’erano Fratelli d’Italia, con sindaco di Catania Salvo Pogliese e Giampiero Cannella, Forza Italia con Gianranco Micciché, il neo coordinatore Massimo Dell’Utri per Cantiere Popolare. Per l’Udc Decio Terrana, mentre per Diventerà Bellissima Gino Ioppolo e Giuseppe Catania.
Quasi tutti, appunto: si registra l’assenza di Lega ed Mpa, che ha reso necessaria la convocazione di una altro incontro. Intanto sembra che i presenti abbiano preso di buon grado l’ipotesi di una candidatura di Musumeci, a partire da Gianfranco Micciché. Che però, a quanto pare, non ha gradito i dettagli di un’altra questione, quella della ‘ricomposizione della giunta.
Sì perché al vertice di maggioranza si è parlato anche del ritorno di Ruggero Razza in giunta, ma con un ruolo diverso rispetto a quello ricoperto fino a qualche settimana fa: non più alla Sanità ma ai Trasporti. E nel turbinio delle porte girevoli, l’ipotesi sarebbe più accreditata sarebbe quella di vedere Marco Falcone al timone dell’assessorato di piazza Ottavio Ziino. Ed è qui che Micciché avrebbe posto il veto: “Lieti per il rientro di Ruggero, ma il nostro assessore ce lo scegliamo da soli“, sarebbero state le parole del luogotenente di Berlusconi in Sicilia in un incontro preliminare a quattr’occhi con Musumeci. A questo punto il governatore starebbe riflettendo sulla possibilità di riportare Razza al timone della Salute, per non guastare la pace appena fatta con Micciché.
E qui si inquadra un altro retroscena: proprio quest’incontro avrebbe fatto arrabbiare l’autonomista Roberto Di Mauro. Il vicepresidente dell’Ars non l’avrebbe presa bene, lanciando l’accusa al governatore di incontrare riservatamente chi fa più fracasso in maggioranza per ‘concedersi’ ai più leali soltanto negli incontri collettivi.
Insomma, un vertice dalla doppia lettura per il governatore: se da un lato Musumeci può ritenersi soddisfatto per l’avvio del percorso per la propria ricandidatura e per il rientro di Razza in giunta, dall’altro deve fare i conti con le caselle da sistemare nell’esecutivo regionale e con le richieste degli alleati. Per capire come evolverà la situazione, come detto, sarà necessario attendere un secondo vertice.