Proiettare l’Isola verso innovative frontiere e implementare nuovi mercati d’investimento. Le risorse Fesr Sicilia 2021-2027 potrebbero rivelarsi un perfetto trampolino di lancio per la Sicilia, dove all’Ars, proprio nei giorni scorsi, la commissione Esame delle attività dell’Unione Europea ha approvato la riprogrammazione delle risorse Fesr, pari a 615 milioni di euro, cofinanziate al 100%, da destinare alla programmazione di investimenti nelle nuove tecnologie digitali e in quelle per l’energia pulita e la sostenibilità. Questi ultimi punti rientrano all’interno della rimodulazione che prevede due nuove priorità in linea con il regolamento “Step” dell’Unione europea, rivolto a ridurre le dipendenze da Paesi extracomunitari in settori strategici.
Seppur cospicua, tale somma rappresenta in realtà solo un tassello all’interno di un vasto pacchetto da ben 5,8 miliardi. Ma ad oggi quanti di questi fondi sono stati già spesi?
Per ripercorrere la strada compiuta fino a oggi dall’approvazione del dicembre 2022 del programma Fesr da parte della Commissione europea, bisogna riavvolgere il nastro a circa un anno fa, quando a ottobre 2023, dopo il via libera alla programmazione da parte del governo nazionale a maggio, la Regione aveva approvato il riparto, e dunque la ripartizione dei 5,8 miliardi in tutte le misure.
Intanto è già possibile tracciare un primo bilancio. A un anno di distanza la Regione ha speso due miliardi di euro: circa un terzo dei fondi, quindi, sono stati destinati a bandi pubblicati o già impegnati per opere. I restanti, invece, sono ancora in attesa.
La buona notizia, almeno per il momento certa, riguarda la fotografia della dotazione finanziaria e la nuova allocazione delle risorse a seguito della riprogrammazione. La rimodulazione riguarda sole le risorse interamente a carico dell’Ue, senza toccare la quota di cofinanziamento nazionale, e le quote di flessibilità di sei dei sette obiettivi preesistenti e ha introdotto due nuove priorità: “promozione di investimenti per lo sviluppo e la fabbricazione delle tecnologie digitali, delle innovazioni delle tecnologie deep tech e delle biotecnologie“, con una dotazione di 369 milioni di euro e “sostegno allo sviluppo e alla fabbricazione di tecnologie pulite” con risorse per 246 milioni. Il programma quindi resterà invariato, senza l’applicazione di alcuna modifica nella dotazione complessiva del Fesr, che resta pari a 5,8 miliardi di euro.
Proseguirà dunque nei prossimi mesi la corsa della Sicilia per spendere al meglio le risorse e fino all’ultimo centesimo. Il piano, infatti, non prevede solo settori come quello dell’energia, della tecnologia e della sostenibilità, ma anche l’implementazione dell’inclusione sociale, economica e sanitaria e dei focus importanti rivolti ad alcuni elementi deficitari come la mobilità e le infrastrutture.