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La Sicilia sempre più connessa corre sul filo della banda larga

mercoledì 23 Agosto 2017

Ormai una Sicilia ’connessa’ non è più un’utopia. L’Isola corre alla velocità della banda ultra larga per lo sviluppo delle reti di nuova generazione con l’obiettivo di colmare il gap infrastrutturale rispetto alle altre aree del Mezzogiorno in materia di maggiore velocità di connessione.

A settembre è pronto a partire un nuovo progetto nazionale da 160 milioni di euro per il potenziamento delle infrastrutture informatiche nei territori.

Un altro da 106 milioni di euro, di cui 73 fondi europei e 33 investiti da Telecom Italia è andato avanti portando la banda ultralarga negli oltre 140 Comuni siciliani coinvolti nell’iniziativa.

Nell’universo delle connessioni veloci spesso la sovrapposizione dei contenuti e dei significati alimenta confusione. Proviamo a fare un poco di chiarezza. Per banda larga seppur non esista una definizione formale, normalmente si intende una connessione di ultimo miglio che ha velocità superiore ai 2 Mbit/s (megabit per secondo) e arriva fino a qualche decina di Mbit/s. Tipicamente sono connessioni che utilizzano ADLS o reti mobili 3G. Banda ultra larga, invece, sono connessioni di ultimo miglio che hanno velocità superiori alla decina di Mbit/s, tipicamente dai 40-50 in su. Sono prestazioni garantite dalle cosiddette Next Generation Network (NGN) sia fisse che mobili (per esempio 4G e sue evoluzioni).

Connessioni asimmetriche, invece, sono quelle che utilizzano tipicamente il doppino telefonico (il “rame”) tramite tecnologie come ADSL. Si chiamano asimmetriche perché la velocità di download è molto superiore a quella di upload. In questo senso, sono connessioni che favoriscono lo scarico e la fruizione dei contenuti. Connessioni di altro tipo (come quelle via fibra) sono invece tipicamente simmetriche, cioè offrono velocità uguali (o comparabili) sia per il download che per l’upload.

Con le risorse pubbliche non è possibile implementare reti di banda larga nelle zone ad alta densità commerciale perché si corre il rischio di violare il principio di concorrenza previsto dalle norme comunitarie. Ecco perché la normativa punta allo sviluppo delle aree bianche quelle cioè sprovviste di reti e per le quali sono ammessi gli aiuti di Stato.

Le aree grigie sono quelle invece in cui è già presente un’unica rete e nessun altro operatore ha in programma di intervenire nei tre anni successivi al periodo di riferimento preso in considerazione. La aree nere infine sono quelle in cui sono presenti o saranno sviluppate almeno due reti di operatori diversi.

In provincia di Agrigento la realizzazione dei lavori ha visto tra i protagonisti i territori di Porto Empedocle, Raffadali e Realmonte, mentre i lavori sono stati completati in tutti gli altri centri. Per quanto riguarda la copertura raggiunta dal servizio si va dal  76% di Porto Empedocle, all’86% di Lampedusa e Linosa al 95% di tutti gli altri paese dell’agrigentino. Fa eccezione Sciacca per cui i lavori sono al 91%. Il 70% della nuova rete è già abilitata ai servizi a Racalmuto e il 56% a Palma di Montechiaro.

Nel territorio nisseno le cose vanno meno bene. I lavori sono stati infatti completati a Butera, Mazzarino, Niscemi e Sommatino, mentre sono in corso a Mussomeli ( 58%), Riesi (65%), Santa Caterina Villermosa (86%) e San Cataldo(50%), dove però è abilitata il 2% della rete dei servizi.

Risultati mediamente più uniformi presenta la provincia di Catania. La rete risulta infatti abilitata ai servizi per il 100% ad Aci Castello, per il 93% a Grammichele, per il 92% a Randazzo, per l’87% a Palagonia. Seguono Bronte (83%) Caltagirone 69% e Santa Venerina 65%. In provincia di Enna solo a Piazza Armerina il 23% della nuova rete risulta abilitata ai servizi. I lavori risultano ultimati in tutta la provincia tranne e Nicosia e a Pietraperzia.

Nella provincia di Palermo, tra gli enti che hanno aderito a questo specifico progetto l’abilitazione al servizio nella rete è completa a Belmonte Mezzagno, al 90% a Terrasini, all’80% ad Altavilla Milicia. Su Ragusa i numeri sono più intermittenti: Chiaramonte Gulfi (72%)  e Pozzallo (71%) sono i paesi meglio raggiunti al momento, mentre Comiso, Ispica e Vittoria quelli un po’ attardati.

Completano il quadro le province  di Trapani e Siracusa. Nella provincia di Siracusa sono Carlentini (43) e Rosolini (40%) con la migliore percentuale di rete abilitata ai servizi.

 

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