Carissimi
Ognuno mediamente nasce dotato per poter vivere in autonomia senza ricorrere all’aiuto di nessuno, poi è la vita che ti spinge a prendere in considerazione il supporto degli altri a seconda di ciò che scegli di fare, quali ambienti decidi di frequentare, quali ambizioni coltivi.
In una Nazione come la nostra, “l’ascensore sociale” è stato dotato da qualche anno, a sorpresa, di gettoniera per le dieci lire, con la circostanza che ormai le dieci lire sono introvabili e a parte quelle ritirate da anni dalla Banca d’Italia i residui esemplari in giro sono nelle mani dei “collezionisti” ……. Quindi chi ha ambizione e non conosce alcun “collezionista”, sa po’ fari a piedi!
Così facendo come cambi la tua sorte, studiando?
A mio parere, da matematico questa è una “condizione necessaria, ma non sufficiente”.
Diceva una grande saggia disinteressata, la Mia Mamma: “figlio mio, la fortuna di un uomo è un altro uomo”.
In questa semplicità di espressione era contenuta una grande verità, fin dai tempi dei “cappottoni grigi”, di quel passato ma non molto remoto dell’Italia che si ricostruiva nel dopoguerra, tu conoscevi l’On. Burbazza, frequentavi la sua segreteria politica, manifestavi le tue necessità e l’On. In qualunque modo ti avrebbe nel tempo presentato una opportunità e ti avrebbe detto “figlio mio, che titolo di studio hai, afferrati questo posto, intanto entri e poi farai carriera”, e così era, bastava un titolo da ragioniere per arrivare ai vertici della pubblica amministrazione e tu rimanevi devoto a quell’uomo che aveva fatto la tua fortuna.
Oggi l’On. Burbazza di turno ha il problema di proteggersi il suo posto, pensa se può perdere tempo a risolvere i problemi degli altri e in più dove sono oggi le segreterie politiche? Non esistono più e gli appuntamenti ti vengono dati al bar e con l’aggravante che il conto lo paghi tu.
Vedete come è cambiata la politica.
Vogliamo prendere il caso di quei tanti assistenti che portarono la borsa del professore fin quando questi non diventasse emerito e lasciasse in eredità la sua cattedra (con i dovuti “concorsi” e quant’altro). Oggi il professore emerito, ancor più di prima, tiene famiglia e come tutti i padri di famiglia ha il pensiero di sistemare i figli conoscendone il “valore”, certo fossimo in Cina gli avremmo fatto firmare la garanzia di non procreare più di un erede, qui in Italia figliano e glielo vuoi proibire?
Non ci sono i tempi di una volta benché ci sia ancora chi tenta di perpetrare il principio che la “fortuna di un uomo è data da un altro uomo” o quello che “la fortuna di una donna è un altro uomo” (mai la fortuna di una donna è un’altra donna).
Certo le malelingue (ce ne sono sempre) parlano di cerca di opera in deroga al sistema e ti dice “purtroppo oggi ci vogliono i concorsi” ……… “ma tu non ti preoccupare, nel frattempo ti nomino, ti fai il curriculum e all’occasione ti faremo il concorso su misura”.
Tranquilli, queste sono tutte leggende metropolitane e avvengono in città dove esistono quanto meno le “metropolitane”, da noi c’è l’ascensore sociale e l’On. Burbazza odierno urla dal palco dei suoi comizi: “è ora di finirla, basta con questi privilegi!” In più accanto a lui, meno male che esistono i sindacati, che vigilano non necessariamente in modo “urbano”, ma vigilano affinché ci sia giustizia sociale, non dico trasparenza, perché qualcosa può sfuggire.
La vita è un continuo esame, non sempre si può essere promossi, accade che qualche volta, qualcuno ……. “boccia”.
A proposito, non è che vi trovate dieci lire? No …..
Anche questa volta mi toccherà farmela a piedi. Un abbraccio, Epruno.