Tarda ad arrivare ancora la nomina del nuovo presidente della Commissione tecnica scientifica. Alcuni mesi fa, la Commissione tecnica di verifica dell’impatto ambientale – Via Vas della Regione Siciliana è stata al centro di notevoli polemiche. Si è aperto uno scontro con il presidente della Regione Renato Schifani che ha addebitato in particolare mancati esiti e lentezze burocratiche nel rilascio dei pareri evidenziando quindi i conseguenti ritardi. Scontri tanto seri da determinare le dimissioni dell’ex presidente Aurelio Angelini l’anno scorso e di metà dei membri in queste ultime settimane. La polemica in questione fu oggetto di pesanti repliche da parte dello stesso Angelini, che confutò con i dati le attività svolte.
Si è determinata, pertanto, tra un malinteso, una incomprensione e una diversa visione delle cose la paralisi delle attività della Commissione. Ritardi dettati dai tempi della politica che non sono celeri, ma scorrono lentamente rispetto alla necessità impellente di coordinare l’azione amministrativa: dell’urbanistica, all’acqua e ai rifiuti. Stiamo parlando di un organismo che riveste un ruolo assolutamente strategico per dare impulso a nuovi investimenti e aiutare l’economia dell’Isola a crescere. Le autorizzazioni, lì dove è tutto in regola, devono essere concesse senza perdere un attimo di tempo. E invece, si assiste ad una paralisi della commissione che di fatto non può operare per una serie di ragioni. Intanto la Commissione è stata dimezzata: da 60 membri si è ridotta a 30, superati i limiti di tempo contrattuali. Una parte rilevante dei componenti decaduti si occupava del settore ambiente, rifiuti e acqua. Non c’è più nessun esperto. Quelli rimasti hanno operato relativamente al settore del fotovoltaico. Poi, nella scorsa gestione sono stati rilasciati circa 900 pareri in un anno. Significa che in sei mesi il numero dei pareri da rilasciare equivale a 450. Ne sono stati fatti poco più della metà. Se prima c’erano dei ritardi, la Regione ne ha accumulato altri più pesanti per inazione e inerzia da parte del decisore politico che ha fatto ben poco.
Sono passati più di sei mesi da quando metà della commissione è decaduta – terminato il mandato – e allo stesso tempo le competenze si sono ridotte. Un fatto negativo se pensiamo che per effettuare alcune valutazioni, c’è bisogno di una componente altamente professionale e all’altezza del compito affidato. Aggiungiamo che il primo luglio è entrato in vigore il nuovo regolamento che delegittima l’attuale presidente, il segretario (che non è più previsto), la composizione e denominazione del Nucleo e non sono state fatte le nuove nomine, non è pronto neanche l’elenco dei possibili nominandi.
A dicembre scorso fu redatto un bando, pubblicato poi a gennaio per dare la disponibilità a fare parte della Cts e essere nominati. Si presupponeva che bandita la procedura concorsuale si procedesse alla nomina dei componenti mancanti e a quella dei nuovi organismi. Invece questo non è avvenuto. Nel mese di maggio, oltre cinque mesi dopo, è stato approvato un regolamento con alcune modifiche organizzative del nucleo di coordinamento. Tra gli effetti, dunque, percepiti, il dimezzamento e il rallentamento di tutte le attività.