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La strategia per accrescere l’autostima? Occorre essere spietati

giovedì 30 Maggio 2019

L’autostima non è soltanto uno stato dell’Io che porta il soggetto a emettere giudizi valutativi positivi nei confronti di se stesso, rappresenta anche un insieme di processi difensivi volti a mantenere una certa stabilità e un equilibrio.

Per accrescerla vi sono determinate strategie che si possono e si devono mettere in atto, nel rispetto di se stessi, anche se alcuni “tipi” di personalità giocano sporco per raggiungere i loro obiettivi. Per esempio, strumentalizzano gli altri per accrescere l’autostima, arrivando anche a manipolarli e maltrattarli per un complesso gioco di potere che funziona prevalentemente sui deboli.

Autostima-TAGIo dico sempre ai pazienti di essere “spietati”. Cosa intendo? Non intendo, certo, invogliarvi a non provare pietà o favorire chi è privo di questi sentimenti, comportandosi senza scrupoli in situazioni in cui, invece, dovrebbe farsene: penso a quel marito che ha lasciato la moglie immobilizzata a letto, per via di una grave patologia, senza soldi e ha abbandonato il tetto coniugale, col rischio che morisse di stenti! O a quelle donne che, accecate dalla gelosia o da altri sentimenti biasimevoli, hanno lasciato che il marito diventasse un senza tetto!

Essere “spietati”, nell’accezione positiva e sana, nel significato che io gli attribuisco, ovvero avere una buon autostima, non significa lasciare l’amica sotto il sole cocente, sfruttandone la disponibilità, a stare attenta alle attrezzature sportive, mentre si va tranquillamente a pranzo e si torna a recuperarle con comodo e in assoluto relax quando si è finito di fare le proprie convenienze, senza neanche scusarsi per l’atto mancato; non significa arrivare tardi alla seduta della psicologa che, invece, è tenuta a essere sempre puntuale e affidabile (o assentarsi senza compensare comunque la professionista per il tempo impegnato)!

Io sono contraria a ogni forma di violenza, soprattutto, a quella peggiore in assoluto, quella rivolta verso se stessi, invisibile, lenta e mortale. Allora il tipo vincente, per me, è spietato quando riesce a dire no, un no secco, al partner che lo tratta senza alcun rispetto e riesce pure a mandarlo dove dovrebbe stare già da un po’: a quel paese! È quello che va dritto come un treno verso i propri obiettivi, noncurante, o quasi, di trascurare chi è vicino, se la motivazione è elevata! E non prova senso di colpa, gli dispiace, chiaramente, ma non alimenta dentro di sé sentimenti tossici e invalidanti. È quello che abbandona un gruppo di pettegoli e linguacciuti senza offenderli ma senza neanche crearsi troppi problemi per la tossicità elusa!

Autostima-TAGOccorre essere come un giudice, imparziale e super partes, che prende le decisioni migliori per se stessi e per gli altri, senza farsi coinvolgere emotivamente ma valutando i fatti il più oggettivamente possibile. In questa accezione, essere spietati è sinonimo di volersi bene, essere distaccati, razionali, decisi, giusti e mettendo in atto comportamenti da evitamento più che di violenza, se serve ad autoproteggersi.

Il senso di colpa, i preconcetti e la famiglia d’origine tarpano le ali. L’individuo che ha una buona autostima non ha cordoni ombelicali da recidere e ha la mente aperta.

Se, per esempio, vi accorgete che il vostro rapporto non funziona, non vi rende felici, il partner non si sente soddisfatto dal rapporto sessuale con voi, non c’è da fare alcuna tragedia, non c’è da demonizzare chi, fino al giorno prima, era il vostro amore ma, semplicemente, ascoltarlo, se gli va di parlarne, e lasciarlo andare, scendendo ai giusti compromessi se non ci si sente più di continuare il percorso di vita insieme.

Questi particolari accadimenti e stravolgimenti delle coppie li spiega il geniale regista Kubrick nel suo film “Eyes Wide Shut” (1999), con T. Cruise e N. Kidman. Il titolo inglese richiama al movimento oculare che facciamo in stato di veglia automaticamente, cioè agli “Occhi chiusi-aperti” che caratterizzano il nostro modo di vedere il mondo.

Eyes Wide ShutLa metafora, trasportata all’interno del rapporto d’amore, sta a indicare che ci sono cose che dovremmo lasciare “oscure”, solo alcune vanno portate alla luce. Nel film, infatti, i due sposi sono felicemente sposati e innamorati fino a quando non decidono di rivelarsi le rispettive fantasie erotiche, vissute e non.

L’equilibrio si altera e la coppia scoppia, nessuno dei due riesce ad accettare che l’altro possa essere diverso in situazioni “altre” ed esterne alla coppia. Anche io vorrei poter vivere in una società in cui si potesse dire tutto ma dobbiamo arrenderci, per il momento, al fatto che non siamo abbastanza evoluti per accettare la pluralità che è racchiusa in ognuno di noi.

Qualcuno fra noi, spietato, riesce a vivere doppie vite, in compartimenti separati e segreti, poi, torna a casa ed è il papà e il marito perfetto e amabile. Spiegatemi quale altra soluzione può trovare un essere umano con uno stipendio normale? Io stessa ho avuto difficoltà a lasciare mio marito anche e soprattutto per il discorso economico. Non è un fatto di reato e non è condannabile! L’epochè è indispensabile in qualunque contesto tranne quello giuridico.

That’s it. Tutto il resto sono dicerie dell’Untore. La dodda è doddata, doddate in doddace. Parola di Dod. Rendiamo grazie a Dod.

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