Dopo quasi un mese dalle prime disposizioni governative che inserivano la Sicilia nella “zona arancione” e stato deciso da domenica 29 novembre di spostare il territorio Siciliano in “zona gialla”.
Abbiamo deciso allora di vedere cosa ne pensano di questo cambiamento i proprietari dei locali nelle zone che solitamente sono al centro della movida Palermitana.
Lunedi 30 novembre 2020, un giorno dopo le nuove disposizioni governative, siamo andati a Piazza Sant’Anna e La Vucciria incontrando chi lavora nelle zone più movimentate della città: la prima idea di chi è abituato a passare da queste pari è di quasi totale desolazione, poca gente a parte in qualche locale specifico che col tempo a potuto crearsi i propri clienti di fiducia.
Il primo punto analizzato da uno dei proprietari che era abituato a vivere la vita notturna è che la direttiva della riapertura cosi immediata ha portato tanta confusione sia a chi lavora e sia chi frequenta quotidianamente i locali : “Tornare al lavoro cosi, senza preavviso, ha sempre più messo in evidenza la mancata solidità delle situazione”, si sfoga. E continua dicendo “Manca l’abitudine, perché un mese ci dicono di aprire e 20 giorni dopo ci dicono di chiudere. Siamo continuamente in allerta perché potremmo essere verbalizzati sempre, siamo molto alla giornata”.
All’interno della Vucciria poca gente di passaggio e alcuni ragazzi che ricordano le serate di movida seduti a bere nei tavolini posizionati davanti alla “Taverna Azzurra”, tutto in orario ‘anticipato’, viste le nuove regole in vigore. Pietro Sutera proprietario del locale ci racconta come il simbolo che per anni corona la movida Palermitana sta vivendo questo momento di cambiamento: “Noi eravamo organizzati, durante il periodo di “zona arancione” ad effettuare l’asporto, il variare del colore non ha cambiato nulla, la Taverna Azzurra rimane sempre viva”. Tutto ciò grazie anche ai clienti fedeli che vedono nella Taverna un luogo ricco di ricordi e di cui sono caldamente affezionati: “La possibilità di potersi sedere è stata accolta in modo molto favorevole dai nostri clienti a cui mancava l’opportunità di poter bere in compagnia seduti al tavolo davanti al locale”.
Situazione differente invece nel locale “Extra hop” dove il proprietario, Mario Manca, in una situazione di totale sconforto si trova a dover aprire per “vendere solo due birre”: “Mi sento abbandonato, apro la mattina per poi sperare che vengano al locale più di due persone. Sono stanco di questa incertezza, un giorno un colore e l’altro giorno un’altro…io non posso permettermi di aprire per poi ritrovarmi a fine giornata con solo due clienti” e continua dicendo “per fortuna non ho dipendenti, altrimenti come farei a pagarli? Ho investito tanto tempo in questo progetto, mettendo tutto me stesso per poi ritrovarmi non considerato. Lo Stato deve aiutare i piccoli imprenditori perché siamo noi che facciamo circolare l’economia, se la situazione continua cosi ci troveremo senza più piccole realtà italiane“. E continua dicendo “Anche gli orari non sono favorevoli in quanto la gente di solito si appresta a bere nelle ore notturne e non nel pomeriggio.”
Situazione di confusione e sconforto quella che si deduce dalle parole di Mario che rivuole la propria “normalità” , ci dice inoltre che se non fosse per qualche cliente fedele non avrebbe senso neanche aprire. “‘Extra hop” non effettuava l’asporto durante il periodo in zona arancione, per via del costo che comporta l’introduzione di soluzioni per trasportare le bevande e inoltre per evitare eventuali controlli dovuti alla possibilità di ipotetici assembramenti di persone che rimangono davanti al locale a bere il proprio drink.
In giro per Piazza Sant’Anna, fulcro della movida Palermitana la situazione e quasi desolante, alcuni locali chiusi per motivi organizzativi ed altre realtà per protesta: esempio palese quello del locale “Lizard” collocato vicino alla famosa piazza che con un cartello posizionato all’entrata stessa del locale scrive con tanto di hashtag #caproesiatorio.
Sergio Tedesco proprietario del “Drunks” anche esso famoso locale della zona si è preparato per le nuove disposizioni, anche esso come “Extra Hop” non effettuava asporto e l’unico modo per poter consumare un drink del locale e soltanto sedendosi al tavolo ed è vietato entrare al pubblico: “C’è stata una buona risposta alla riapertura da parte dei palermitani, la gente può consumare solamente al tavolo“, e continua dicendo “Le nuove disposizioni governative che limitano l’orario sono giuste data la situazione, noi alle 18 chiudiamo tutto, non effettuiamo asporto per evitare eventuali assembramenti e problemi con le forze dell’ordine” parlando di guadagni: “La situazione economica risulta essere difficoltosa per tutti ma se continuiamo a mantenere almeno la possibilità di poter offrire ai nostri clienti il modo di poter consumare, potendosi sedere al tavolo, potremo provare a tirare meglio questa situazione”
In generale allo sguardo di tutti vi è l’evidente bisogno di ritorno alla “normalità” e a quella sensazione di libertà che permetteva di poter vivere al pieno la propria vita , una Palermo cosi vuota non può solo che far male agli occhi di chi ama la propria terra: vedere i proprietari dei locali che fino a qualche tempo fa riuscivano ad arrivare a fine mese e che adesso si ritrovano senza clientela o per chi è più fortunato con i classici clienti abituali che non abbandonano il “rito” dell’aperitivo o quello di bere qualcosa nel proprio locale preferito.
Sconforto ma allo stesso tempo ottimismo vedendo la buona risposta da parte dei Palermitani alle nuove disposizioni: come si evolverà la situazione? Alcuni pub sono pronti all’apertura dopo avere sistemato i propri locali che per un mese sono rimasti con le saracinesche abbassate e che con un velo di positività provano ad andare avanti, con la speranza che un giorno tutto ciò sia soltanto un lontano ricordo, pronti a ripartire con gusti tempi e con tutte le disposizioni che possano evitare un eventuale diffusione del virus.