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“In questi 5 anni ho svolto lealmente, d’intesa con il presidente della Regione Nello Musumeci, una funzione assessoriale che oggi ritengo di dovere lasciare a partire dal prossimo 31 marzo, per concludere un periodo di personale soddisfazione per i risultati che come governo e assessorato si sono raggiunti, quanto alla ri-funzionalizzazione del sistema della formazione e istruzione, che oggi non è più in emergenza sociale”, così Roberto Lagalla ha aperto la conferenza stampa presso la sede di Italpress, annunciando le imminenti dimissioni irrevocabili da assessore regionale alla Formazione e all’Istruzione della Giunta Musumeci, per candidarsi ufficialmente a sindaco di Palermo, protagonista delle prossime amministrative.
“Ho patito questi ultimi giorni, risolvendo questo mio personale travaglio attraverso la rilettura di un libro che si chiama ‘Ricostruiamo la politica’ scritto da un gesuita con la prefazione del Ministro Cartabia. Si osserva che non si deve guardare la vita dal balcone…ho avuto la sensazione che, rispetto al tema cruciale della scelta per il governo di questa città, in tanti stessero rimanendo al balcone, in qualche modo litigammo su quel balcone come se fosse un fatto di apparizione. Abbiamo assistito in questi ultimi mesi ad un tambureggiante numero di proposte, a una sorta di estenuante gioco dell’oca in cui i partecipanti andavano avanti e indietro, e tutto questo senza dare una finalizzazione, un risultato, ma in qualche modo facendo più tattica che strategia e giocando una guerra di posizione”, ha aggiunto il candidato a primo cittadino del capoluogo siciliano.
Nessuna iattanza e critica nei confronti della politica alla quale Lagalla ha fatto un appello: accelerare nel rispetto della città. Palermo deve essere amministrata e recuperare una empatia e instaurando nuovamente quel rapporto di fiducia tra amministrazione e cittadini, “che per troppo tempo ha perso”.
“La mia non è critica alla politica, ne conosco e ho imparato ad osservarne le ragioni, osservarne i riti, ho imparato forte il senso e il valore del primato della politica, essa è la voce del popolo, ma ho dovuto osservare che a Palermo il popolo ha taciuto, non comprendendo che cosa stesse accadendo nei luoghi della politica con una separazione tra il luogo delle istituzioni e il teatro e lo scenario del popolo, che evidentemente mi ha spinto a prendere una decisione con tutti i rischi che questa decisione comporta: lasciare una postazione di governo con il rischio di correre da solo una partita con Palermo e i palermitani, che sono il mio unico partito di riferimento. Rivendico una storia personale che ha ricevuto molto da questa città che ora è chiamata a restituire qualcosa, non per presunzione ma per per vicinanza e affezione che vedo e ricevo con l’incoraggiamento di tanta gente, e nono solo dei professori universitari e professionisti, ma la vicinanza del passante, del disabile, dell’operaio, dell’edicolante”
“Ho deciso di mettere a disposizione della città la mia candidatura,- sottolinea l’esponente del Governo Musumeci – non si tratta né di atteggiamento populistico, né deriva demagogica, sono certo che questo città che sta vivendo una sua personalissima guerra abbandonata da una amministrazione inefficace, Palermo ha bisogno di provvedimenti straordinari e interventi. emergenziali. Palermo è in straordinaria emergenza, – ribadisce il parlamentare all’Ars Roberto Lagalla – ha bisogno di essere amministrata recuperando quel rapporto di fiducia tra cittadino e politica, Palermo non è un gioco della politica. Deve recuperare quello che per troppo tempo ha perso. La stanchezza e l’erosione della amministrazione Orlando si sente tutta negli ultimi anni e i cittadini si sentono lontani dalla casa comunale , perché ricordo che la casa dei cittadini è il Comune”, ha aggiunto. E “Con il contributo di forze civiche e politiche, occorre unirsi per superare il momento del dissesto”.
“Non rinnego il rapporto con il centrodestra, Palermo ha bisogno di un governo di salute pubblica, di persone che devono mettersi insieme attorno all’idea dell’unità del pluralismo. Abbiamo fatto un frazionamento del plurale in questo momento, io mi propongo ai cittadini prima di tutto, e poi alla politica”.
Parlando di coalizioni di centrodestra, ottimo il rapporto con Forza Italia, coordinata in Sicilia dal presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè che ha sostenuto la candidatura di Lagalla sin dall’inizio. “Ho letto su qualche quotidiano che il presidente Berlusconi abbia espresso gradimento, lo ringrazio per questa attenzione e sensibilità, significativa e rilevante, perché voglio spendere l’esperienza accumulata e spenderla per questa città, recuperando una funzione civica, una autonomia ed una funzione di garanzia dei confronti di cittadini”.
“Non si fa il sindaco di Palermo con il solo civismo. Il civismo contribuisce e aggiunge. Ma la politica si fa con i numeri e questi hanno una dimensione elettorale. Io mi rivolgo a tutto lo schieramento politico, ma è chiaro ed evidente che ritengo più consonante alla mia esperienza partire dall’ambito del centrodestra ma non escludendo alcuna forza politica che in questi ultimi mesi di consiliatura comunale si è dissociata dalla gestione del comune di Palermo”.
“La scommessa è mettere tutto l’impegno per Palermo, non mi sono confrontato con i partiti politici nelle ultime ore, mi sono confrontato con la mia storia e con la mia famiglia, con i miei più stretti collaboratori e con i miei allievi accademici, dare una risposta forse sottovalutata anche piccola ai palermitani”.