“Gli agricoltori e gli allevatori dei Comuni della Valle del Belìce sono, ormai, in ginocchio da mesi per l’impossibilità di approvvigionarsi dell’acqua del lago Arancio, attualmente dichiarata “inquinata” a causa della presenza dell’alga rossa. Una situazione gravissima di fronte alla quale, considerata anche la scarsa stagione piovosa che stiamo vivendo, non si può rimanere inermi e attendere in silenzio“.
Lo dichiara il capogruppo della Democrazia cristiana all’Ars, Carmelo Pace.
“È arrivato il momento – prosegue Pace – che la Regione e l’assessore all’Energia e dei Servizi di pubblica utilità assumano interventi risolutivi senza ulteriori indugi, con controlli e monitoraggi estesi e frequenti alle acque che defluiscono nel bacino artificiale. Cosa provoca l’inquinamento? È davvero così difficile capire le cause? Come è possibile tutto questo a distanza di un anno? Non si può più permettere che gli agricoltori subiscano conseguenze di atti a loro non imputabili, vedendo distrutte le proprie aziende create con anni di sacrifici“.
I sindaci dei comuni agrigentini di Sciacca, Menfi, Sambuca di Sicilia e Santa Margherita Belice hanno chiesto formalmente al governo regionale la costituzione di un tavolo tecnico finalizzato ad individuare soluzioni alla inutilizzabilità dell’acqua per uso irriguo del lago ‘Arancio‘.
Il problema è stato al centro delle rivendicazioni della protesta di lunedì scorso degli agricoltori del comprensorio che afferiscono proprio a quel bacino, che hanno sfilato a bordo dei loro trattori sulla statale 115. I primi cittadini, che hanno informato della loro richiesta anche i parlamentari regionali eletti in provincia di Agrigento, hanno fatto notare che l’impossibilità di utilizzare l’acqua del lago ‘Arancio’, associata al perdurare del lungo periodo di siccità, sta arrecando gravissimi danni all’intero settore agricolo nei territori di Menfi, Sambuca di Sicilia, S. Margherita di Belìce e Sciacca, e, in particolare, alle colture ortive e agrumicole, attualmente in piena fase produttiva. Condizione, quella attuale, che, in assenza di soluzioni, rischia di compromettere seriamente anche la programmazione dell’impianto delle colture orticole a ciclo primaverile/estivo (per le quali già si sta provvedendo ad effettuare le prime operazioni preparatorie), e per le colture poliennali che potrebbero subire gravi danni a causa di una eventuale mancata irrigazione durante la stagione estiva/autunnale.
Sindaci i quali, oltre ai danni economici per il settore agricolo del comprensorio, temono anche possibili conseguenze sociali e di ordine pubblico. La richiesta di istituzione di un tavolo tecnico è stata inviata anche al Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Agrigento, all’Arpa, al Dipartimento Attività produttive e impatto sul territorio e al commissario del Consorzio di bonifica Agrigento 3.