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Il voto di giugno

Europee, la Dc “balla da sola”: Cuffaro pronto a sciogliere tutte le riserve sulle candidature

martedì 16 Gennaio 2024

Superato lo  stress test della Finanziaria regionale approvata da Sala d’Ercole in tempi record, l’attenzione della politica siciliana adesso sarà tutta concentrata da qui alla prossima primavera su due avvenimenti importanti. Legate da un doppio filo le elezioni provinciali e quelle Europee.

Mai come in questo caso le elezioni Europee rischiano di essere un vero e proprio spareggio per la ridefinizione degli equilibri nelle coalizioni siciliane. Un discriminante che non vale solo per il centrodestra del confronto serrato, ma anche per il centrosinistra sperduto nella sua infinita pausa di riflessione, successiva al flop del voto del 2022 di Politiche e Regionali.

Le preoccupazioni non mancano. Si rompe il patto di ferro tra Dc e Forza Italia, ciascun partito correrà da solo per sedere tra gli scranni a Bruxelles. E a scendere in campo, potrebbe essere proprio l’ex governatore Totò Cuffaro, nonostante le smentite del segretario nazionale della Dc che aveva dichiarato alla stampa che non si sarebbe candidato alle Europee. Insieme a lui, per dare un’immagine plastica dell’impegno totale del partito, potrebbe scendere in campo tutto il gruppo parlamentare dei democristiani all’Ars.

Una scelta quella di Cuffaro frutto degli esiti negativi dell’incontro con i forzisti siciliani, al quale erano presenti anche l’assessore all’Economia Marco Falcone, il capogruppo Stefano Pellegrino. Una trattativa partita con l’appoggio di Renato Schifani ma andata in fumo, complice anche l’ostilità di Tajani espressa senza giri di parole alla kermesse di Forza Italia a Taormina.

Eppure, chi ha aperto le danze con ampio anticipo è il terzo incomodo della politica siciliana, Cateno De Luca, che è partito con il giro di prova delle suppletive di Monza e, di fatto, non si è mai fermato dopo l’affermazione alle Amministrative di Taormina.

Visto in passato come un cimitero degli elefanti, il seggio di Strasburgo è oggi di forte motivazione per giovani che studiano da “big” o per politici in cerca d’autore. Lo è stato molto meno per esponenti autorevoli di partito e assessori regionali (QUI).

L’elezione in programma il prossimo 9 giugno invece non solo manderà in campo quasi metà della squadra di governo di Renato Schifani, ma promette anche un effetto – conta di primo livello, destinato a produrre potenziali, ma significativi effetti sin dalla prossima estate.

E così si va dall’assessore ai Beni culturali Francesco Scarpinato che è anche il primo dei non eletti al Senato a Marco Falcone titolare della delega all’Economia, sino ad arrivare a Mimmo Turano (Lega) che considerano quella Europea come una importante chance da giocarsi.

 

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