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L’assessore Pierobon e le domande senza risposta sul sistema rifiuti in Sicilia

giovedì 23 Luglio 2020

Il governatore Nello Musumeci sostiene che “il sistema dei rifiuti in Sicilia è un perverso intreccio tra politica, burocrazia e imprenditoria privata caratterizzato da un pericoloso oligopolio che controlla circa l’80% dei rifiuti nell’isola, con la politica assente, o per lo meno distratta, e qualche volta acquiescente. Con certa burocrazia corrotta, che gestiva i processi amministrativi nell’interesse del privato, il quale, in alcuni casi, nella spregiudicatezza della propria condotta, si muoveva con metodi tipici delle organizzazioni mafiose e criminali”.

Una questione, quella dei rifiuti, che il governatore durante questa legislatura ha posto sotto la lente d’ingrandimento. Ieri a Palazzo dei Normanni si è votata la mozione di sfiducia nei confronti di Musumeci presentata dal movimento 5 stelle e Pd, bocciata secondo le previsioni. La maggioranza a sala d’Ercole nei riguardi dell’ex presidente della provincia di Catania è salda. Ma da tempo sono sotto esame i lavori della squadra della sua giunta.

Per esempio, il lavoro dell’assessore all’Energia Alberto Pierobon. Tanti sono stati gli scandali che hanno attraversato gli uffici dell’assessorato. Come l’ampliamento della discarica di Lentini, nel gennaio 2018, gestita dalla famiglia Leonardi (Sicula Trasporti), la stessa per la quale il titolare, Antonello Leonardi, è finito in carcere nel giugno scorso. Si tratta della più grande discarica siciliana finita sotto sequestro – ma da qualche tempo riaperta – perché nelle vasche di accumulo  sarebbero stati abbancati rifiuti senza alcuna differenziazione, mescolando rifiuti solidi urbani con pezzi ingombranti, frigoriferi, materassi, pneumatici, e persino con l’umido, creando percolato, nubi tossiche, inquinamento delle falde acquifere. Il Procuratore Zuccaro, che ha condotto le operazioni, ha affermato che “l’indagine ha fatto emergere un fenomeno criminale particolarmente complesso e grave”.

E come dimenticare il caso Arata? L’assessore Pierobon è stato sentito dalla procura di Palermo. Numerosi sono stati i “non ricordo” verbalizzati il 28 gennaio scorso. L’uomo dell’Udc, arrivato dal Veneto, ha detto ai pm di aver conosciuto casualmente Paolo Arata, l’ex consulente della Lega in affari con il “re” dell’eolico Vito Nicastri. Stando alle intercettazioni pubblicate sui giornali, l’assessore Pierobon utilizzava toni amichevoli nei confronti di Arata: “Ciao Paolo – diceva Pierobon – ascoltami, allora, domani lui firma quell’atto dovuto… perché è dovuto, ok?

Lasciando le vicende giudiziarie e tornando a parlare di amministrazione, una delle questioni sparite dall’ordine del giorno è la definizione il Piano dei rifiuti. L’ articolo 199 del Codice dell’ambiente, richiede che proprio il Piano dei rifiuti contenga anche una precisa interventistica sugli impianti  sulla base del reale fabbisogno. Pare che siano stati individuati sette siti nella Sicilia orientale utili per la nuova pianificazione sull’Isola. Resta da capire secondo quale criterio.

Tante sono le domande che ad oggi non hanno ancora risposta. Alte  sono le aspettative nei confronti dell’Assessore venuto ‘dal continente’. Il curriculum del tecnico, precede il suo cognome sconosciuto a molti siciliani fino a qualche tempo fa. E qui l’ultima domanda su Pierobon: saranno rispettate?

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