L’associazione Fiori di Acciaio, che da sempre si occupa di monitorare la ‘questione femminile‘, scrive al Ministro Giulia Grillo, in merito alle nomine del Consiglio Superiore di Sanità.
“Pregiatissimo Ministro Giulia Grillo – sottolinea Marcella Cannariato, presidente Fiori di Acciaio e referente per la Sicilia della Fondazione Bellisario”. – apprendiamo che nel nuovo Consiglio Superiore di Sanità, fra i 30 membri nominati non di diritto qualche giorno fa, hanno trovato posto soltanto tre donne. Questa statistica ci lascia perplesse e ci fa interrogare, ancora una volta, sul ruolo pubblico della Donna. Lei ha sottolineato che la selezione ha privilegiato “personalità di ‘chiara fama’, con alta reputazione internazionale, sulla base dei contributi scientifici pubblicati, del numero di citazioni e dell’impatto che questi lavori hanno avuto nel progresso clinico-scientifico mondiale”.
“Naturalmente nulla da eccepire sui nomi scelti, ma certamente salta all’occhio che le donne chiamate siano solo tre, il 10%. Sarà forse che, proprio per (mis)cultura, le donne scienziate non riescano a raggiungere la ‘chiara fama’ anche in virtù di un ‘tappo’ di sistema che impedisce loro di poter ricoprire incarichi al pari dei colleghi uomini? Abbiamo fior di scienziate che tutto il mondo ci invidia (e che, talvolta, ci porta anche via), e noi proponiamo un nome su tutte, visto che la sua indiscutibile competenza è stata anche premiata con il riconoscimento che, la Fondazione Bellisario da anni conferisce a personalità scientifiche di rilievo: Maria Grazia Roncarolo, direttore scientifico dell’Istituto Scientifico Universitario San Raffaele di Milano”
“A questo proposito, non invochiamo la legge Golfo-Mosca come una ‘forzatura temporanea’ obbligatoria, ma come un’opportunità per selezionare personalità che altrimenti non hanno accesso a ruoli dirigenziali, anche a causa di mancanza di ‘chiara fama’. Ci sono studi di settore che dimostrano che le quote di genere fanno guadagnare in performance le aziende, non sarà un puro caso. Dunque, forse, è opportuno rivedere dei criteri o, semplicemente, applicare questa legge temporanea a tutti i Consigli, per scardinare magari definitivamente un meccanismo che, di fatto, impedisce alle Donne di avere lo stesso accesso degli uomini ad opportunità di carriera. E stiamo parlando di scienziate. Ci rifletta. Con osservanza”.