Scoppia il caso sull’aumento della Tari a Palermo. Nell’ultima seduta, la III Commissione (Partecipate) ha bocciato la delibera, all’ordine del giorno in Consiglio comunale, con la quale si stabilisce il nuovo tariffario della tassa sui rifiuti. Soldi che servono a finanziare il servizio di raccolta e gestione della spazzatura in città. I costi non sono stabiliti né dall’Amministrazione né dalla società Rap, bensì da ARERA. Una falange del Ministero dell’Ambiente che fissa la cifra necessaria a sostenere le spese per il servizio sulla base di indici tecnici. Una somma che, secondo quanto prevede la delibera, lieviterà dai 129 milioni di euro del 2024 ai 136 milioni di euro del 2025. Tradotto in parole povere, si parla di un aumento medio di circa 20 euro a famiglia.
La proposta: “Si incrementino gli introiti della tassa di soggiorno”
Incrementi che la III Commissione non vuole far ricadere sui palermitani. A spiegare le ragioni della bocciatura è la presidente Sabrina Figuccia. L’esponente della Lega, astenuta al momento del voto, parla della possibilità di una proroga dei termini, stabilita a livello nazionale, per votare le delibere sulla TARI al 30 giugno 2025. Un periodo cuscinetto di 60 giorni in cui i componenti della Commissione Partecipate vorrebbero trovare strade alternative. “Bisogna fare ulteriori valutazioni affinché il peso della Tari non gravi soltanto sulle tasche dei palermitani – spiega Sabrina Figuccia -, ma possa essere ridotto grazie ai maggiori introiti della tassa di soggiorno“.
Una soluzione che non rappresenta una novità. Già altre volte il tributo versato dalle strutture ricettive è stato usato per lenire gli effetti degli aumenti delle imposte comunali. Anche quelli dovuti al piano di riequilibrio. “Lo scorso febbraio, la Regione Siciliana ha di fatto ampliato la platea dei soggetti che pagheranno la tassa di soggiorno, considerato che sono aumentate le strutture ricettive che si sono messe in regola e quindi finalmente sono emerse dal “nero”. In vista, quindi, di un cospicuo incremento dell’introito della tassa di soggiorno, l’Amministrazione comunale deve farsi parte attiva affinché parte di questo “tesoretto” incassato grazie al maggior numero di strutture censite, venga destinato per coprire i maggiori costi della Tari“.
Dal Comune: “Se arriva proroga da Roma, ben venga per valutare altre soluzioni”
In assenza di una proroga nazionale però, la volontà dell’Amministrazione Comunale è quella di approvare la delibera nei tempi attualmente previsti, ovvero entro il 30 aprile. “Noi abbiamo un ruolo amministrativo. Poi il Consiglio Comunale è sovrano. Se arriva una proroga dal Governo Nazionale, ben venga. Siamo disponibili a trovare strade alternative all’aumento della Tari – dichiara l’assessore al Bilancio Brigida Alaimo -. La delibera per le agevolazioni TARI è incardinata in Consiglio Comunale da marzo. Sull’imposta di soggiorno, avevo avviato delle interlocuzioni nei mesi precedenti. La commissione mi aveva chiesto del tempo per interfacciarsi con le associazioni di categoria. Attendo risposta. Sugli aumenti, gli stessi derivano da una delibera di Arera che risale al 2024. Non capisco lo stupore della Commissione sul tema“.
Le agevolazioni per chi conferisce nei CCR
Della questione si riparlerà nelle prossime sedute. A cominciare a quelle che seguiranno alle elezioni provinciali del 27 aprile. All’attenzione del Consiglio Comunale, oltre alla quarta variazione di bilancio, figura un’altra delibera relativa alla TARI. Si tratto dell’atto con il quale vengono disciplinate le procedure per conferire agevolazioni ai palermitani che conferiscono i propri rifiuti all’interno dei centri comunali di raccolta. Il sistema si appoggerebbe sulle bilance elettroniche. Strumenti finanziati con l’ultimo avanzo vincolato e che rappresentano la base per avviare un meccanismo virtuoso. Al momento, si parla di un tariffario di 15 centesimi di sconto per ogni chilo di rifiuto riciclato oppure per ogni 10 chili di rifiuti ingombranti affidati al personale di Rap nei punti cittadini preposti.