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Lavoro, i sindacati a Musumeci: “Prudenza sulla riduzione dello smart working”

giovedì 18 Giugno 2020
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“Serve massima attenzione nel gestire i rientri nei luoghi di lavoro perché, sebbene i dati sulla pandemia da Covid-19 mostrino un rallentamento, l’emergenza sanitaria non è stata affatto superata”. Questa è la posizione dei segretari generale di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl Sicilia, Gaetano Agliozzo, Paolo Montera ed Enzo Tango, una volta appresa la notizia di una lettera che il governatore Nello Musumeci, avrebbe inviato all’assessore regionale alla Funzione pubblica Bernardette Grasso per dire “basta” alle forme di lavoro agile attivate durante il lock down.

“Prima di pensare alla riduzione progressiva della percentuale di dipendenti regionali in smart working, il governo Musumeci dovrebbe confrontarsi con le organizzazioni sindacali per definire adeguati protocolli di sicurezza, in linea con quanto sta accadendo a livello nazionale”. Del resto, hanno sottolineato i rappresentanti sindacali, il lavoro a distanza non e’ sinonimo di vacanza e lo dimostra il fatto che molte aziende pubbliche e private, sfruttando questa modalità, hanno ottenuto risultati di maggiore efficienza.

E’ la logica del risultato la chiave di volta una Pubblica Amministrazione più  efficiente e capace di trainare l’economia.”Spostare l’attenzione dal controllo della presenza a quello del lavoro effettuato è un cambiamento culturale che dobbiamo soprattutto ai cittadini che in questo particolare momento storico meritano servizi efficienti”, continuano i sindacalisti.

Fare insomma tesoro del patrimonio di esperienze acquisito in queste settimane e valorizzare i risultati finora ottenuti, come ha suggerito la ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone.

Tra le cose da fare – specificano Agliozzo, Montera e Tango- urge rivedere tutti i processi, individuare obiettivi reali per le performance organizzative e individuali, dedicare maggiore attenzione alla salute e alla sicurezza del lavoro, nonché incrementare l’alfabetizzazione informatica e investire su un’adeguata formazione per la dirigenza e il comparto, tendente a ridisegnare gli uffici riducendo anche i costi. Insomma –  “è tempo di ripartire dalle fondamenta della pubblica amministrazione regionale anziché proseguire in una sterile caccia alle streghe”.

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