Siamo un Paese sempre più vecchio. Questa la fotografia emersa dall’analisi dei dati Istat che misurano l’invecchiamento nelle città metropolitane e nei rispettivi contesti urbani costituiti dal comune capoluogo e dalle cinture urbane di primo e secondo livello, riferito alla popolazione anziana (persone di 65 anni e oltre) residente . Si tratta degli enti territoriali di area vasta Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli e Reggio Calabria a cui si aggiungono quattro città metropolitane di Regioni a statuto speciale – Palermo, Catania, Messina e Cagliari, aggiornato al 1° gennaio 2023.
Gli anziani residenti nelle città metropolitane rappresentano il 35% del totale italiano e vivono prevalentemente nei contesti più urbanizzati: il 45% nei comuni capoluogo, quasi un terzo distribuiti tra prima e seconda cintura urbana e il restante 24% nella corona più esterna dell’area. Quasi una persona su quattro tra i residenti nelle città metropolitane ha almeno 65 anni: incidenze più elevate nelle città metropolitane del Nord e minore in quelle del Sud, maggiore nei capoluoghi e decrescente nelle prime due cinture. Fra i capoluoghi, Genova ha la maggiore quota di anziani (28,8%), Napoli quella minore (quasi il 22%).
LE SLIDE DEI DATI ISTAT
La situazione in Sicilia
Al Sud e in Sicilia, nelle città metropolitane, c’è una preponderanza della fascia più “giovane” 65-74 anni, che costituisce oltre il 50% degli anziani residenti; il primato spetta alla città metropolitana di Napoli (54,4%). Tra i capoluoghi emergono Palermo, Catania e Napoli (quasi 53%) e poco sotto Messina che si attesta al 51%.
In particolare nelle due principali città metropolitane siciliane, Catania e Palermo, la popolazione anziana ospite in strutture di accoglienza dedicate, come ospizi, case di riposo o istituti ecclesiastici, segna numeri da record. Nonostante la relativa giovane età, le città metropolitane siciliane hanno però una incidenza più alta di convivenze, ovvero di anziani residenti in ospizi, istituti assistenziali, case di riposo e in strutture ecclesiastiche. La media nazionale è di 26,9% convivenze per 10 mila anziani nelle città capoluogo e di 23,7% considerando gli interi territori delle città metropolitane.
A Catania questo dato raggiunge rispettivamente i 37,8 per 10 mila nel Comune capoluogo e 31,2 per l’intera città metropolitana. Si tratta del valore più alto d’Italia per i capoluoghi, mentre Palermo ottiene il primo posto a livello nazionale considerando l’intera città metropolitana, raggiungendo 32,9 convivenze ogni 10 mila anziani (nel Comune sono 34,6). Fa eccezione invece Messina, dove la media di ospiti in strutture dedicate è molto più bassa della media nazionale, raggiungendo 17,1 ogni 10 mila nell’intero territorio e scendendo a 15,7 nel capoluogo.
Su 21,3 milioni di italiani residenti nelle dieci città metropolitane oggetto del rilevamento, quasi cinque milioni sono gli over 65. Di questi a Palermo ne risiedono circa 270 mila , 231 mila a Catania e 148 mila a Messina. Con una percentuale del 22,5 per cento di over 65 nel capoluogo siciliano (il 9,1 per cento in più rispetto a 30 anni fa) e del 21,6 per cento a Catania (8,6 per cento in più rispetto al 1993) con cifre che si pongono al di sotto dei valori della media nazionale. Mentre viene superata dal comune di Messina, dove la quota di anziani raggiunge 24,8 per cento.
I comuni capoluogo con la popolazione anziana più istruita sono Milano, dove oltre il 52% ha almeno un titolo di studio di livello secondario, seguita da Roma, che sfiora il 51%, e Cagliari, con quasi il 50%. Al contrario, tre grandi capoluoghi di città metropolitana del Sud Italia si trovano in fondo alla graduatoria: Catania con il 34,8%, Napoli con il 35,4% e Palermo con il 36,0%. Se si considerano solo i titoli terziari, il primato spetta a Cagliari, dove oltre un quinto della popolazione anziana possiede un titolo di studio di livello terziario.
I dati nazionali – la sintesi dei principali risultati
Nell’analisi presentata dall’Istituto Nazionale di Statistica si individuano le caratteristiche socio-demografiche e le condizioni di vita degli anziani residenti in questi territori mediante un set di indicatori demografici sulle famiglie unipersonali, sul livello di istruzione, sulla condizione professionale, sulle strutture in cui vivono, sul sistema pensionistico.
Nelle città metropolitane del Centro-nord vi è la prevalenza invece degli over 75 tra i residenti, ampiamente sopra il 50%, con il primato della città metropolitana di Genova al 55,8%. Tra i capoluoghi
spiccano Milano (57,8%) e Bologna (57,4%).
Si allarga il divario di genere con l’avanzare dell’età: tra i grandi anziani (85 anni e più) il divario maggiore riguarda la città metropolitana di Genova (48 uomini su 100 donne) e Catania tra i capoluoghi (45,6 uomini su 100 donne).
Nell’arco di trent’anni nei territori metropolitani il numero dei centenari è quintuplicato: da 3,4 a 15,2 per 10mila anziani. Il valore più elevato si registra nella città metropolitana di Bologna (22 centenari per 10mila anziani), quello più basso nella città metropolitana di Napoli (10 ogni 10mila). Il peso maggiore si ha nei comuni capoluogo di Bologna e Firenze (circa 27,5 per 10mila).
Il maggiore incremento della popolazione anziana nel 2031 si stima nella città metropolitana di Napoli (+19,5%, +26% nella seconda cintura urbana del territorio). Fra i comuni capoluogo, l’incremento di anziani più consistente riguarda Roma (+17,1%) e la prima e seconda cintura di Cagliari (rispettivamente +27,7% e +30%).
L’età media dei residenti è più alta nella città metropolitana di Genova (49,5 anni) e più bassa in quella di Napoli (43 anni). Fra i comuni capoluogo l’età media risulta più alta a Cagliari (50,4); tra i comuni di prima e seconda cintura spicca Genova (rispettivamente 49,9 e 50,4). L’indice di sostegno ai genitori e parenti anziani (Parent support ratio) è quasi il 16%, per le 14 città metropolitane. Risulta più elevato nelle città metropolitane di Torino e Palermo (rispettivamente 22,4% e 20,4%) e minore a Bologna (10,4%).
Al 31 dicembre 2021 vivono in convivenza 10 anziani ogni 1.000 abitanti. Il valore è più alto nella città metropolitana di Genova (quasi 16 anziani ogni 1.000), più contenuto in quella di Reggio Calabria (3,7 anziani ogni 1.000). Nelle città metropolitane, nel 2021, oltre la metà degli anziani che risiede in convivenza è accolta presso strutture assistenziali specializzate (ospizi, case di riposo per adulti non autosufficienti) e il 36% nelle convivenze ecclesiastiche. Nei comuni capoluogo il rapporto si sbilancia a favore delle convivenze ecclesiastiche: Roma svetta con quasi 90 anziani ogni 1.000 residenti in convivenza.
Più anziani laureati vivono nella città metropolitana di Roma (15,5%). Fra i capoluoghi il primato spetta a Cagliari (21%); meno laureati anziani vivono a Venezia e Torino (meno di un anziano su otto). Il divario educativo è diffuso ed è a svantaggio delle donne: nel 2021 si rilevano 110 uomini laureati anziani ogni 100 donne della stessa età nelle 14 città metropolitane; il valore è massimo nella città metropolitana di
Venezia (128 uomini laureati ogni 100 donne).
Nelle 14 città metropolitane, nel 2021, hanno un’occupazione oltre 10 uomini anziani ogni 100 e 4 donne ogni 100. Il maggiore assorbimento della forza lavoro senile interessa le città metropolitane di Roma e Firenze (quasi 8%), soprattutto grazie alla componente maschile (oltre 11,5%). L’occupazione risulta maggiore nei capoluoghi: in media quasi 12 uomini su 100. Nel comune di Milano si rileva un record di occupazione maschile (oltre 14%) e il massimo divario di genere (circa 9 punti percentuali di scarto).
Per il report completo clicca al link: Focus Istat – Città Metropolitane Anziani