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Il report

Le emergenze sociali e la morsa della povertà, l’impegno della Caritas diocesana di Palermo

giovedì 21 Settembre 2023

Prima la pandemia e poi il conflitto russo-ucraino, con il conseguente aumento delle utenze energetiche, hanno messo a dura prova famiglie e imprese soprattutto in Sicilia, una delle regioni del Mezzogiorno dove la crisi economica è maggiormente avvertita. La morsa di eventi così inaspettati, ai quali si aggiunge la recente sospensione del reddito di cittadinanza (uno degli strumenti di contrasto alla povertà), ha allargato le frange di disagio economico e sociale e una serie di fragilità su tutto il territorio. Un passato non poi così lontano.

E’ in questo momento di debolezza umana che si inserisce l’intervento delle istituzioni religiose per far fronte, come possibile e con i propri mezzi, ai fatti di povertà registrati nell’ultimo periodo. Il report 2021-2022, realizzato in collaborazione con la Fondazione San Giuseppe dei Falegnami e la cooperativa La Panormitana, evidenzia il monitoraggio delle “povertà accolte” operato dalla Caritas diocesana di Palermo, come testimonianza dell’impegno e degli incontri con le persone, mettendo in luce la multidimensionalità delle forme di povertà e criticità riscontrate nel biennio considerato.

Dall’ultima ricognizione post pandemica su 178 parrocchie che compongono la diocesi, 135 hanno strutturato una realtà di carità per l’accoglienza di situazioni di disagio, che nel corso del 2022 hanno incontrato 11.228 famiglie. Le difficoltà maggiormente manifestate dalle persone incontrate sono legate a uno stato di fragilità economica dovuta alla totale mancanza di lavoro o a condizioni lavorative davvero precarie e le conseguenti ripercussioni sulle condizioni abitative. Gli strascichi ci sono anche dal punto di vista della salute personale: disagio mentale, problemi oncologici, odontoiatrici, farmaci. Poi i problemi familiari: separazioni, divorzi, conflittualità di coppia, allontanamenti dalla famiglia. Tutte conseguenze messe in fila da non sottovalutare.

Il report ha fornito anche altri dati. Le persone incontrate dai centri di ascolto sono in prevalenza donne. Infatti nel 2022 è stato registrato un +2% rispetto 2021, soprattutto italiani (78%), mediamente tra i 45 e i 55 anni (24%). Di poco superiore alla successiva fascia compresa tra i 55 e i 64 anni (23%).

Prevalentemente vivono in famiglia, composte per la maggior parte da 4 (21%) o 5 componenti (19%), anche se rimane significativo il numero di persone che dichiara di vivere da solo, 20%. Il 70% dichiara di vivere in affitto (il 59% in affitto da privato e 11% da ente pubblico). Fortunatamente sono diminuite, come riferisce il rapporto, le persone che si rivolgono ai centri che fanno capo alla Caritas, dichiarando di non avere nessun reddito: il 26,2% nel 2022 rispetto al 32% del 2019. Tuttavia si è incrementato il numero delle persone con un reddito non sufficiente a far fronte alle normali esigenze familiari con il 65,4% nel 2022 rispetto il 60% del 2020 e il 57% del 2019. Il livello d’istruzione è mediamente basso, l’82% delle persone incontrate ha conseguito la sola licenza media. Viene riconosciuto il valore della formazione professionale.

A proposito di istruzione, la Caritas Diocesana grazie ai fondi 8xmille ha previsto 15 borse di studio a copertura parziale.

Al momento questi sono gli ultimi aggiornamenti. Ma è evidente che di fronte alle emergenze sociali il raggio d’azione delle comunità locali si rafforza con un maggiore ascolto delle categorie più sensibili, perché non si può abbassare la guardia di fronte al rischio di dinamiche che creano esclusione ed emarginazione.

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