Le Europee 2024 si sono rivelate un banco di prova importante per il centrodestra siciliano, uscito vittorioso alle urne dell’8 e del 9 giugno. Un successo elettorale che ha premiato la leadership del presidente della Regione Renato Schifani. E tra i partiti della coalizione che hanno trainato il carro dei vincitori verso Bruxelles c’è la Democrazia cristiana di Totò Cuffaro che, nonostante le mancate intese all’inizio del tavolo delle trattative per la composizione delle liste, ha sostenuto con forza i candidati di Forza Italia, “senza se e senza ma, accanto al governatore siciliano”.
A rimarcare il ruolo centrale e il peso politico della Dc in questa tornata elettorale, pur non comparendo con il proprio simbolo, è il presidente della commissione Affari istituzionali dell’Ars Ignazio Abbate.
“Ritengo che la Dc abbia recitato un ruolo di primaria importanza nell’economia del risultato finale che si è registrato. Come partito siamo stati impegnati su un doppio fronte: da una parte spingere il nostro candidato presente in Noi Moderati, dall’altro rafforzare la leadership del presidente Schifani nel quale crediamo tantissimo. Risultati alla mano ci possiamo ritenere soddisfatti poiché il nostro candidato, Massimo Dell’Utri, ha fatto registrare tantissimi consensi ed un risultato estremamente positivo, mentre il presidente Schifani e con lui la maggioranza di governo sono usciti molto più forti. Per capire il peso specifico della Dc basta prendere in esame la provincia di Ragusa dove il simbolo di Forza Italia ha fatto registrare, rispetto al 2019, un incremento notevole in tutti e dodici i comuni iblei, innegabilmente grazie all’appoggio fornito dalla Dc attraverso i propri sindaci, amministratori e consiglieri comunali. Per cui questa vittoria ce la sentiamo molto nostra“.
Le 120 mila preferenze non si raccolgono certo per caso, la somma dei consensi che i siciliani hanno espresso a favore di Edy Tamajo. “E’ un amico con il quale non condividiamo solamente il partito” aggiunge Abbate, inoltre “apprezzando molto l’operato del nostro governatore, lo abbiamo sostenuto a spada tratta in ogni momento”.
“Indubbiamente le elezioni europee ci hanno detto che la sua posizione è salda come non mai, per cui siamo fieri di aver portato un contributo così importante alla causa. Per il resto, sono tantissimi i punti in comune, le idee, la progettualità per cui portare avanti il suo nome, insieme a quello del candidato di Noi moderati , non è stato per niente complicato. Sono stato tra i primi a fargli i complimenti per lo straordinario risultato che racchiude un lavoro di un’intera squadra nella quale la Dc recita un ruolo di primissimo piano“.
Superati i primi momenti di difficoltà e rodaggio, alla fine il patto federativo tra Forza Italia e Democrazia cristiana ha avuto un epilogo positivo. Tuttavia, l’esponente democristiano chiarisce un punto: “Mi sembra esagerato parlare di momenti di tensione. Direi piuttosto incontri preliminari volti a capire quali punti in comune presentavano i due programmi e cosa avremmo potuto fare per redigerne uno condiviso da tutti. E’ normale assistere a questo tipo di trattative come era normale che alla fine avremmo trovato la quadra giusta, visto che parliamo comunque di partiti che fanno parte della stessa maggioranza di governo. Questa unione potrebbe essere il prologo di una auspicabile nascita di un unico Partito Popolare dove convergano tutti i centristi, tutti quei cittadini che oggi non si riconoscono negli estremismi né di destra né di sinistra”.