La Direzione Distrettuale Antimafia (Dda) di Catania ha chiesto il rinvio a giudizio di 18 persone per avere alterato l’andamento della gara d’appalto al Cara di Mineo dal 2011 al 2014, e per reati amministrativi del Sol.Calatino.
Tra coloro i quali la Procura vorrebbe a processo ci sono il sottosegretario all’Agricoltura, Giuseppe Castiglione, in qualità di soggetto attuatore del Cara, insieme con il suo grande accusatore Luca Odevaine, il sindaco di Mineo nella foto a lato, Anna Aloisi, ex presidente del consorzio dei Comuni “Calatino Terra d’ Accoglienza”; l’ ex direttore del consorzio, Giovanni Ferrera e gli ex vertici dell’Ati. L’udienza preliminare è stata fissata per il 28 marzo prossimo, davanti al Gup Santino Mirabella. La richiesta di rinvio a giudizio è stata avanzata dal procuratore Carmelo Zuccaro (nella foto a lato), dai due sostituti procuratori Raffaele Vinciguerra e Marco Bisogni e dall’aggiunto Michelangelo Patanè.
Al centro dell’inchiesta le gare d’appalto per la gestione dei servizi del Cara fra il 2011 e il 2014, intervallata da sette proroghe avallate da un protocollo con la Prefettura di Catania. Secondo l’accusa, Castiglione, che entra nell’inchiesta non per l’attuale incarico ma perché all’epoca dei fatti soggetto attuatore del Cara, assieme a Odevaine e Ferrera avrebbero “predisposto il bando di gara con la finalità di affidamento all’Ati appositamente costituita”. La Procura distrettuale di Catania ritiene, inoltre, che le coop interessate si “costituivano appositamente in Ati” dopo avere “ricevuto rassicurazioni sull’aggiudicazione degli appalti”.
A Castiglione e al sindaco di Mineo, Anna Aloisi, e Paolo Ragusa, in qualità di presidente del consorzio Sol Calatino, è contestata anche la corruzione “per la promessa di voti per loro e i gruppi politici nei quali gli stessi militavano (Pdl, lista Uniti per Mineo e Ncd)” in cambio di “assunzioni al Cara“. Ferrera e Odevaine sono indagati anche per falso ideologico per l’assunzione di quest’ultimo al Cara di Mineo come esperto di fondi Ue. Un ‘faro’ sull’appalto da quasi 100 milioni di euro era stato acceso anche dall’Autorità Anticorruzione guidata da Raffaele Cantone che alle Procure di Catania e Caltagirone ha inviato la documentazione sull’appalto per la gestione della struttura, definendo la gara “illegittima” e lesiva dei principi di “concorrenza” e “trasparenza”.
“A due anni dall’avviso di garanzia provvisorio apprendo finalmente che il 28 marzo si terrà l’udienza preliminare davanti al Gup di Catania sulla vicenda Cara di Mineo. Ribadisco, come ho fatto costantemente ed energicamente in questi anni, la mia assoluta estraneità ai fatti che vengono contestati”. Questo è quanto afferma il sottosegretario alle Politiche agricole, Giuseppe Castiglione, sulla richiesta di rinvio a giudizio avanzata dalla Procura distrettuale etnea.
“Il 28 marzo, nell’unica sede a ciò proposta – aggiunge Castiglione – davanti al ‘Tribunale’, affronterò ogni singola contestazione, dimostrando sia la piena legittimità delle procedure amministrative che le fantasticherie sul presunto, quanto inesistente, vantaggio elettorale di un partito che, tra l’altro, è stato costituito quasi tre anni dopo i fatti contestati”.
Castiglione condivide l‘appello del procuratore di Catania, Carmelo Zuccaro, continua, “per un impegno della politica a rendere più efficace il contrasto alla corruzione nella Pubblica amministrazione mettendo in atto tutti gli strumenti necessari per un’attività efficace e trasparente al servizio della comunità”.
La politica italiana, intanto, si esprime a gran voce contro questa vicenda che sembra non avere fine invocando le immediate dimissioni del ministro Alfano.