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La relazione

Le ombre sull’Istituto Zooprofilattico, Cracolici: “Seminara non poteva essere nominato, ministero e assessorato indifferenti” CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 22 Gennaio 2025

Nuova tegola per l’Istituto Zooprofilattico siciliano. 

La Commissione Antimafia all’Ars ha accesso i riflettori su nuove problematiche. Il presidente Antonello Cracolici e Roberta Schillaci, deputata del M5s, hanno esposto questa mattina, a Palazzo Reale, i particolari della relazione, nelle scorse ore al vaglio della Commissione, all’interno della quale sono emersi nuovi illeciti e irregolarità.  

Una storia tortuosa e travagliata quella dell’Istituto Zooprofilattico. Proprio lo scorso luglio si era insediato il nuovo cda, con la nomina di Francesca Di Gaudio a direttore generale, dopo nove anni di commissariamento. Una condizione alquanto anomala e che a maggio 2024 aveva spinto la procura della Corte dei Conti ad aprire un’inchiesta. Circa un anno fa, infatti, la Cgil-Fp Palermo aveva inoltrato alla Commissione una “richiesta di chiarimenti urgenti sulla situazione amministrativa dell’Istituto Zooprofilattico sperimentale della Sicilia”. Importanti dubbi pendevano sull’ormai ex commissario straordinario Salvatore Seminara, in merito alla sussistenza dei requisiti necessari, il titolo di base che lo stesso Seminara ricopriva  e la legittimità del regime di ‘autoprorogatio’. Sulla base di queste ombre e delle indagini svolte dalla Commissione è stata così stilata la relazione che adesso andrà al vaglio della Procura della Repubblica e della Corte dei Conti.

Verranno così esaminati i possibili danni erariali prodotti e di natura penale per eventuali abusi ed emissioni avvenuti nel corso di questi nove anni in capo al ministero della Salute e alla Regione Siciliana, in particolar modo all’assessorato alla Salute, “colpevoli” di non aver vigilato sugli atti amministrativi.

L’Istituto Zooprofilattico si sarebbe così trasformato in “una sorta di zona franca”, ha spiegato Cracolici. Seminara non solo avrebbe superato i limiti di età, ma non sarebbe stato compatibile anche con i criteri fissati dall’elenco nazionale dei direttori generali. Nel 2020, inoltre, senza un provvedimento di nomine e approfittando del silenzio assenso degli organi competenti, ministero e assessorato regionale, avrebbe prolungato il proprio incarico di commissario, la cui durata naturale è di cinque anni. Seminara ha anche portato avanti provvedimenti sulla pianta organica, ha dato il via alla costituzione di enti di ricerca (Remesa e la Fondazione per la biodiversità) ed effettuato assunzioni e promozioni, creando così un vero e proprio “sistema all’interno dell’Istituto. Tutto questo è stato possibile – ha dichiarato Cracolici – a causa di un’amministrazione pubblica che ha girato la faccia”. L’attenzione è stata rivolta anche alle anomali legate al Collegio dei revisori.

Questa vicenda – ha aggiunto il presidente della Commissione Antimafia – è l’emblema di una Regione che rischia di far trasformare enti pubblici in enti a gestione privatistica. Abbiamo posto fine all’illegalità permanente per diversi anni all’interno dell’Istituto. Gli atti prodotti lasciano comunque il segno, anche per il futuro di questo ente. Ci auguriamo venga istituita una commissione ispettiva all’interno del ministero e una all’interno dell’assessorato, per indagare su quello che è avvenuto e come tutto ciò potrà condizionare il futuro“. Gli auspici sono stati rivolti anche al neoassessore alla Salute Faraoni affinché “assuma questo tema” e al nuovo direttore generale dell’Istitutoarrivata consapevole della condizione di diffusa illegalità, sperando che abbia la giusta autorevolezza e la forza per porre fine a questo sistema“.

Anche la segretaria della Commissione Antimafia Roberta Schillaci ha sottolineato la doverosa necessità di “accendere i riflettori su un sistema opaco che ha permesso ad un commissario straordinario di autoprorogarsi rimanendo sulla stessa poltrona per nove anni, senza peraltro averne i titoli e percependo una indennità da direttore generale nonostante fosse in quiescenza. Ha sorpreso anche la mancata vigilanza da parte dell’assessorato regionale alla Salute e dal ministero dello Salute. Un’altra grave anomalia è rappresentata dalla permanenza in carica del Collegio dei revisori per ben 16 anni. L’emersione di questi fatti e, al contempo, la palese omessa vigilanza, lasciano fortemente perplessi e impongono una seria valutazione sugli effettivi controlli che la Regione deve esercitare anche su altri enti vigilati. Abbiamo fatto un lavoro approfondito che descrive una gestione illegittima su atti amministrativi e contabile per svariati milioni di euro e sull’utilizzo di fondi europei per l’istituzione di due enti, Remesa e Fondazione per la biodiversità. Su tutti questi fatti, tra l’altro – conclude Schillaci – non è arrivata ancora una risposta del governo regionale alla mia interrogazione presentata ad agosto del 2024“.

La palla passa così alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti.

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