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La commissione Sedec – la Commissione Politica sociale, istruzione, occupazione, ricerca e cultura del Comitato europeo delle Regioni, organismo dell’Unione Europea composto da rappresentanti degli enti territoriali provenienti dai 28 Stati membri – è arrivata a Palermo per presentare l’Agenda digitale europea e per guardare all’esempio dell’agenda digitale siciliana. Ma anche per discutere del rapporto sulla spesa europea, cresciuto in Sicilia di cento volte rispetto all’anno scorso, e sul ruolo centrale dell’isola nel Mediterraneo.
La Regione può infatti essere crocevia di collegamenti digitali del mondo con la banda ultralarga, finanziata con investimenti dell’Ue per 55 milioni: “Nel 2022 saremo l’area più digitalizzata del Mediterraneo“, afferma l’assessore regionale all’Economia Gaetano Armao, neo-presidente dell’Intergruppo delle regioni insulari del Comitato europeo delle Regioni.
Di questo e di tanti altri temi si è parlato a Palazzo Steri, dove si è svolto il ventiduesimo incontro della Sedec. Per due giorni, il 18 e il 19 febbraio, lo Steri, sede del Rettorato dell’Università di Palermo, ospita un evento di grande prestigio internazionale, con oltre cento rappresentanti europei tra presidenti delle Regioni, loro delegati e sindaci delle maggiori città. Basti pensare che i lavori verranno tradotti in dieci lingue. Il capoluogo siciliano, da sempre simbolo dell’incontro tra culture diverse, per due giorni sarà al centro della politica europea in materia, soprattutto, di ricerca, cultura e Agenda digitale. Presenti, tra gli altri, José Ignacio Ceniceros González, presidente della commissione Sedec, e Markku Markkula, primo vicepresidente del Comitato europeo delle Regioni.
Organizzatore della due giorni è, appunto, Armao, che nella sede dell’incontro, è intervenuto discutendo il tema dell’autonomia differenziata, argomento su cui si esprimerà l’Assemblea regione siciliana: “La Sicilia ha le carte in regola, ha chiesto a Roma la piena attuazione dello Statuto e della piena autonomia finanziaria. Non ci spaventa e non ci deve spaventare l’autonomia degli altri che vogliono andare avanti su questo, purché siano saldi i principi di coesione e di solidarietà del nostro Paese – ha detto – Il pregiudizio per il Sud c’e’ sempre – ha aggiunto – il tema e’ andare oltre: chi vuole l’autonomia per il Nord sappia che il Sud ha diritto alla sua autonomia ma anche agli strumenti di perequazione e di riequilibrio“.