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A cinquant’anni dal 1968, lo spettacolo “Le stanze di Ulrike“, che debutta la Teatro Biondo (Sala Strehler) mercoledì 21 novembre alle 21, ricostruisce la vicenda personale, storica e politica di Ulrike Meinhof, giornalista tedesca e attivista.
Silvia Ajelli è autrice e interprete dello spettacolo, diretto da Rosario Tedesco, prodotto in collaborazione con le Orestiadi di Gibellina.
Proprio in quegli anni la giornalista tedesca cominciò ad orientare il proprio pensiero verso una posizione sempre più radicale, fino ad entrare in clandestinità e a votarsi alla lotta armata contro il proprio paese, la Repubblica Federale Tedesca, diventando membro attivo della RAF, Rote Armee Fraktion (Frazione dell’Armata Rossa), comunemente nota come Banda Baader-Meinhof.
“Le stanze di Ulrike” racconta il processo di radicalizzazione della giornalista, dall’indignazione per la guerra in Vietnam e il dilagare dell’imperialismo americano alla protesta a fianco del movimento studentesco; dalla difesa dei diritti delle donne alle contestazioni contro la politica repressiva del governo tedesco, fino alla proclamazione della lotta armata.
Accusata, insieme agli altri membri della RAF, di quattro omicidi e 34 tentati omicidi fu processata, incarcerata e infine vittima, insieme ad alcuni compagni, di una morte violenta le cui cause non furono mai del tutto chiarite.
Lo spettacolo, si legge nelle note di regia, non intende dare un giudizio storico o politico, ma raccontare la storia singolare di una donna che, da intellettuale impegnata politicamente, decide di abbandonare la sua identità professionale e il suo ruolo di donna e di madre per dedicarsi alla lotta armata.
Ai giorni nostri, in un contesto storico e sociale apparentemente molto distante da quello di allora, l’autrice e il regista si interrogano sulle dinamiche ideologiche ed esistenziali che possono condurre alla violenza.
Repliche fino a domenica 25; giorni e orari di programmazione sul sito del Teatro.