Nella antica tradizione del giornalismo della carta stampata della metà del secolo scorso, la cosiddetta “Terza Pagina” era quella dedicata alla cultura. E così era anche al tempo in cui il giornalista palermitano Domenico Romano scriveva i suoi articoli per il giornale “L’Ora“, tra il 1949 e il 1950. Quegli articoli sono stati raccolti in un libro intitolato appunto “Terze pagine, riflessioni sull’antico e sul presente” che è stato presentato oggi pomeriggio all’Istituto Gramsci Siciliano.
Il titolo non si riferisce solo materialmente alla terza pagina di un giornale ma, come scrivono nella prefazione del libro le figlie dell’autore, Elisa, Delia e Livia ” vuole alludere nello stesso tempo alla multiforme attività di scrittura dell’autore, che si è svolta in tre ambiti: la prosa scientifica dei suoi lavori di studioso di letteratura latina, la composizione poetica e, terzo ambito appunto, quella che lui stesso amava definire prosa giornalistica. Tre pratiche di scrittura diverse e distanti fra loro, ma attraversate e rese unitarie, nell’esperienza intellettuale e umana di nostro padre, da una comune passione e da uno stesso impegno. L’impegno intellettuale di studioso dell’antico, ma insieme sempre attento alle domande del presente”
Il libro contiene una selezione di articoli scelti dall’autore stesso, e suddivisi in tre diverse sezioni, e spaziano dai temi legati alla Roma antica a opinioni su fatti ancora attualissimi quali i problemi legati alla scuola e all’università che rivelano uno spirito critico e una lungimiranza tale da sembrare quasi precursori di ciò che sarebbe accaduto. Una passione, quella del giornalismo e della scrittura, che Domenico Romano tenne viva e vitale, affiancandola alla sua attività di studioso e di docente.
La terza parte del volume contiene gli ultimi articoli che Domenico Romano scrisse per il “L’Ora”, nel 1990. In essi si ritrova intatto lo spirito con cui l’autore si dimostrava capace di interpretare il presente e il futuro leggendo nel passato: le sue righe sulle vicende che caratterizzarono quel periodo, dalle contestazioni universitarie alla caduta dei regimi dell’Est confermano quanto acuta e profonda fosse ancora la visione dei cambiamenti storici e sociali che Romano aveva vissuto e raccontato nel corso della sua vita