“Anche un Papa può emozionarsi affacciandosi da una finestra del Vaticano e trovandosi davanti una piazza piena di fedeli che lo acclama. Ha diritto ad avere gli occhi lucidi e a non rinunciare alle emozioni. Gli occhiali non lo hanno protetto da far vedere al mondo che è un essere umano in carne e ossa, con tante responsabilità. Ma già dalle prime battute ha fatto intuire quale sarà il suo approccio comunicativo: modulato ma deciso in alcuni momenti”.
Lo ha dichiarato il sociologo dei media, professor Francesco Pira, docente di comunicazione e giornalismo all’Università di Messina, attento osservatore da anni della comunicazione della Chiesa.
“Qualcuno ha osservato che con un leggio e non con una cartellina con i fogli – prosegue il professor Pira –avrebbe potuto essere molto più rilassato. Ma i messaggi che voleva inviare a tutti il mondo sono stati pronunciati con grande determinazione. Già il nome scelto, il primo saluto la pace sia con voi – e le parole scandite e usate durante il suo primo discorso da Papa hanno delineato la sua volontà di restare missionario, di essere figlio della globalizzazione e del mondo. Di essere cresciuto negli Stati Uniti ma di aver compreso cosa è la povertà e quali sono i bisogni degli ultimi in Perù, così come di conoscere bene i meandri del Vaticano. In pochi minuti ha comunicato quello che è e che vuole essere da Papa.. Robert Francis Prevost ha voluto comunicare senza mezzi termini che lavorerà per la pace, per l’unità della Chiesa, al fianco di chi ha bisogno. Ma lo farà nella tradizione della Chiesa senza dimenticare il bisogno di innovazione già tracciato da Papa Francesco ”.
Secondo il professor Pira questo: “sarà un Pontefice capace di comunicare anche con l’ironia e con le espressioni del volto ma lo farà sicuramente in modo molto diverso da Papa Francesco, così come da Giovanni Paolo II, i due Papi più popolari e più amati negli ultimi anni. Si può sicuramente dire – ha concluso il sociologo Pira – buona la prima. Ma questo Papa ci riserverà molto sorprese. E’ questo quello che ha fatto intendere nella sua semplicità espositiva e nel suo stile originale”.