La lunga estate siciliana dei rifiuti è arrivata puntuale come un orologio svizzero. La stagione del mare, del sole e delle vacanze fuori porta, come da tradizione, in Sicilia cammina a braccetto con l’emergenza legata alla raccolta, alla gestione e allo smaltimento dei rifiuti. Una condizione davvero paradossale, considerando che, appena un mese, fa l’Isola festeggiava per la presentazione del Fondo di sviluppo e coesione 2021-2027, il quale mette sul piatto circa 964 milioni di euro per gli impianti.
Intanto l’Isola è nuovamente ripiombata nell’incubo. L’incendio della scorsa settimana alla discarica di Bellolampo (CLICCA QUI) ha riaperto gli squarci di una ferita mai del tutto rimarginata. Le strade di Palermo, oltre che dal caldo torrido, sono soffocate da cumuli e cumuli di sacchetti che si sommano, inevitabilmente, alle difficoltà strutturali di Rap. E se la sponda occidentale naviga a vista verso la ormai tristemente rodata emergenza, la parte orientale vi è rovinosamente scivolata in un attimo, con la chiusura improvvista dell’impianto di Lentini (CLICCA QUI), a cui fanno affidamento oltre 200 Comuni. Schifani, in veste di commissario straordinario per i rifiuti (CLICCA QUI), in poche ore ha trovato una soluzione momentanea, capace di mettere una pezza, almeno per il momento, ed evitare il tracollo dei centri urbani.
L’estate appare così come una vera e propria bestia nera e l’unica arma a cui aggrapparsi, come dimostra il caso di Lentini, sono una manciata di ordinanze. Dunque, perché giungere ciclicamente sempre allo stesso periodo per lanciare il grido di allarme? “L’affaire rifiuti siciliano, non è mica un tema di stagione estiva, semmai e direi finalmente, si è presa consapevolezza che è arrivata la stagione della programmazione e che non è più rinviabile. L’ennesima emergenza di questi giorni che si abbatte in più di mezza Sicilia ne è la riprova“. Ne è convinto il segretario generale Fit Cisl Sicilia Dionisio Giordano.
Il nodo gira intorno al piano regionale dei rifiuti. “Il governo regionale – aggiunge Giordano – sta provando ad affrontare, accanto al tema obbligatorio del far fronte a un’emergenza che, a più riprese dura da circa 25 anni, una visione sistemica della gestione dei rifiuti, incentrata sull’autonomia impiantistica della regione e quindi sulla necessità di costruire gli impianti, preferibilmente pubblici, propedeutici a realizzare tale autonomia. Il piano regionale dei rifiuti è la linea guida per realizzare tutto ciò, in concreta attuazione dei principi europei della cosiddetta economia circolare che includono il recupero energetico e l’utilizzo delle discariche per non oltre il 10% dei rifiuti prodotti. La strada è tracciata e sarebbe opportuno non fosse ostacolata da pregiudizi ideologici né’ tanto meno da populismi politici“.
Per Giordano “da troppo tempo abbiamo sottoposto senza alcuna risposta la questione ‘imprenditori e non prenditori’ al governo regionale, con la richiesta di predisporre un bando tipo che individui precise caratteristiche di legittimazione degli stakeholders potenziali partecipanti alle gare di affidamento dei servizi, che necessita della sottoscrizione di un accordo Regione, Anci, parti datoriali e parti sociali, non più rinviabile. Al neo Direttore del Dipartimento Regionale dei Rifiuti Arturo Vallone, con il quale ci complimentiamo per l’incarico ricevuto e che per il suo trascorso professionale proprio nell’ambito della gestione dei servizi in molteplici realtà della regione ha la giusta sensibilità per affrontare tali problematiche, rivolgiamo l’invito ad avviare con urgenza il confronto tra le parti“.
“Adesso – prosegue il segretario generale Fit Cisl Sicilia – il governo regionale, che ha pure avuto assegnate le risorse economiche, con la massima urgenza deve mettere a gara la costruzione degli impianti o continueremo a rincorrere ordinanze e emergenze anche nei prossimi anni. Parallelamente al tema della carenza degli impianti c’è però un’altra tematica, che attiene alle gestione dei rifiuti nei comuni dell’Isola e che ritengo continui a essere sottovalutata. E’ infatti proprio attraverso la gestione dei servizi di raccolta dei rifiuti nei territori che si determina innanzitutto la pulizia e il decoro delle città, a seguire il raggiungimento delle percentuali di raccolta differenziata e, quindi il recupero delle materie da sottoporre a nuova vita attraverso il loro riutilizzo. E – conclude – non possono essere dimenticate le negative implicazioni sotto il profilo economico, annualmente infatti supera il miliardo di euro il costo sostenuto dai siciliani per affidamenti a soggetti gestori pubblici e per le moltissime gare aggiudicate a gestori privati, temi di grande sensibilità per le attività criminali come le cronache quotidiana ci rappresentano“.