Precisazioni, sfumature, ma anche riflessioni sostanziali che servono a chiarire. All’indomani della pubblicazione dello studio che taglierebbe fuori Pd, Liberi e uguali e tutta l’area culturale che gravita intorno alle posizioni della sinistra in Sicilia, l’avviso ai naviganti conserva il suo valore, nonostante alcune puntualizzazioni “ad adiuvandum”
I dati delle regionali per quanto diano un’indicazione politica non chiudono del tutto la partita . Candidature di profilo cambierebbero la sostanza delle cose. Numeri veri e non sondaggi. Dunque cifre che non rimangono ‘in libertà, ma riteniamo siano affidabili come premessa di un ragionamento articolato”.
Ne è convinto Sergio Lima, autore dello studio che riguarda le simulazioni proposte nello scenario della sinistra siciliana: “Alla base della nostra indagine e dello studio fatto ci sono premesse chiare. Capire quali sono i collegi “chiusi” e in quale parte di territorio palermitano e siciliano era più incisiva da rendere la nostra proposta. L’elemento di natura politica comunque rimane. L’orientamento prevalente è quello che punta sul centrodestra, il Pd nella Sicilia occidentale potrà eleggere al massimo 4 o 5 deputati. È comprensibile da questo punto capire il nervosismo che c’è dentro il Pd. Non è certo colpa nostra se il Pd ha fatto una legge elettorale che consegna il Paese al Movimento 5 stelle e al centrodestra”.
Lima prosegue : “In questo momento siamo presenti nei consigli comunali di tutte le grandi città della Sicilia, all’Ars, alla Camera e al Senato. Un situazione che da circa venti anni non si registrava”.
Senza fatti importanti, stravolgimenti di fondo o debacle di governo regionale, che sta appena cominciando a compiere i suoi primi passi insomma, la strada è tracciata. Toccherà ai siciliani, tra qualche mese, confermare o smentire queste indicazioni.