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L’inizio del 2022: bilanci e prospettive della Sicilia

domenica 2 Gennaio 2022

La fine di un anno e l’inizio del nuovo sono sempre occasione di un bilancio e di prospettive per il futuro.

Mentre tracciare il bilancio è operazione abbastanza semplice, più complesso è il discorso sulle prospettive in particolare quelle economiche, soprattutto per una realtà come quella siciliana.

Tutti plaudono alla non scontata ripresa dell’economia, a cui però non si accompagna una ripresa dell’occupazione, si sprecano i complimenti, in verità meritati, per il presidente Draghi e la sua azione di governo. Una ripresa che ha contagiato anche la Sicilia, e i dati sull’aumento del prodotto interno lordo lo confermano, con la differenza però che questa non mostra segni di un carattere solido, strutturale che dura nel tempo e che spingerebbe a nuova crescita.

Elio Sanfilippo

Essa è di carattere congiunturale e quindi per sua stessa natura fragile e precaria condizionata anche da eventi esterni, in primo luogo il persistere o meno della pandemia.

Il nuovo anno, inoltre, sarà segnato da due avvenimenti di rilievo sul terreno politico: le elezioni del nuovo sindaco e del consiglio comunale di Palermo e da quella per il Presidente della Regione e dell’Assemblea regionale.

Sono due istituzioni importanti che saranno occasione di impegno, di mobilitazione dei partiti e delle coalizioni in lizza ed è prevedibile che, tranne gli adempimenti di natura istituzionale, non vi saranno sforzi progettuali, leggi di riforma e impulso all’azione di governo, ma sarà una fase di ordinaria amministrazione se non di immobilismo, come nel caso del Comune di Palermo che sarebbe stato meglio nell’interesse di tutti e in primo luogo della città sciogliere anticipatamente.

Circola nei vari ambienti politici, professionali, sindacali e imprenditoriali un pizzico di ottimismo per le annunciate e rilevanti risorse già destinate alla Sicilia e alcune già arrivate.

L’ottimismo è giustificato anche se già aumentano le preoccupazioni negli stessi ambienti che questa possa essere un’altra occasione sprecata per la storica incapacità della regione di attivare la spesa senza però che nessuna azione sia sta intrapresa per rimuovere gli ostacoli che impediscono di spendere presto e bene. In primo luogo non vi sono progetti legati ad un disegno generale di crescita dell’economia siciliana, per cui prevarrà sempre la logica del progetto pronto a prescindere della sua validità e dal suo interesse generale.

Questo non solo per la cronica carenza tecnica e professionale ma anche perché non vi sono idee che sono poi quelle che producono i progetti. Pesano, inoltre, la lentezza nelle procedure per la difficoltà anche culturale della burocrazia regionale che non sa muoversi agevolmente lungo le linee dettate dall’ Unione europea perché legata alla vecchia cultura della spesa pubblica regionale.

In ultimo la fragilità del sistema imprenditoriale siciliano non sostenuto da una attiva politica del credito e scoraggiata da una legislazione regionale che produce costi abnormi per far fronte ai numerosi adempimenti burocratici.

Pe questo nuovo anno i siciliani hanno, tuttavia, il diritto sognare una terra dove vi sia più impresa, più lavoro, più diritti, più giustizia sociale.

Un’isola diversa, accogliente inclusiva, a basso impatto ambientale con un nuovo ruolo in Europa e nel Mediterraneo.

Questo è possibile da momento che il mondo non conosce più la Sicilia, come nel passato, come terra di mafia e il ricordo va ai tanti martiri che hanno sacrificato la loro vita per questo, ma è conosciuta per le sue eccellenze, per la sua storia, per le sue bellezze, per la sua cultura e la sua umanità.

Infine sia un anno in cui vi sia più sicurezza per la salute dei cittadini, per il territorio ponendo fine al continuo dissesto idrogeologico che le calamità naturali accentuano, più sicurezza per gli imprenditori dalle aggressioni mafiose, più sicurezza per lavoratori che per cui andare al lavoro è come andare in guerra, più sicurezza per i cittadini nel vivere la propria quotidianità a cominciare dalle periferie.

Perché questo sogno diventi realtà, e il nuovo anno possa lasciare un buon ricordo di sé, dipenderà non solo da una classe dirigente adeguata al compito ma soprattutto dall’ impegno e dalla partecipazione democratica dei cittadini oggi sfiduciati e perfino rassegnati.

Occorre che si ritrovi fiducia in sé stessi e si ritrovi uno spirito solidaristico. Una condizione questa ultima che vale per i cittadini ma anche per la classe politica che, come ha raccomandato il presidente Mattarella nel suo discorso di capodanno, si deve impegnare di più perché si lavori per il bene comune e non si faccia prevalere l’interesse della appartenenza.

IlSicilia.it intende continuare a lavorare per questo “sogno”, con il suo libero spazio politico e culturale, per sollecitare energie e intelligenze, per dare a quanti amano questa isola la possibilità di dare il proprio contributo, per confrontare analisi, idee e proposte per il futuro della Sicilia. Buon Anno a tutti i siciliani.

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