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Lo sfogo di Contrada dopo l’ennesima perquisizione: “Io servitore fedele dello Stato” | Video intervista

mercoledì 4 Luglio 2018

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È un fiume in piena Bruno Contrada, l’ex capo della Criminalpol ed ex numero due del Sisde (l’ex servizio segreto civile italiano), oggetto alcuni giorni fa di una perquisizione domiciliare ordinata dalla procura generale di Palermo nell’ambito dell’inchiesta per l’omicidio dell’agente Nino Agostino, avvenuto 1989. Insieme al suo difensore, l’avvocato Stefano Giordano, ha tenuto un’affollata conferenza stampa, per gridare ancora una volta che lui con quelle vicende non c’entra nulla.

Contrada, 87 anni, nei cui confronti la Cassazione ha revocato in via definitiva la condanna a 10 anni per concorso in associazione mafiosa, ai nostri microfoni racconta cosa gli è stato sequestrato, fotografie di una vita nelle istituzioni e documenti pubblici, e davanti ai cronisti si sfoga con forza: “È turpe, è ingiusto è inumano che un vecchio continui a combattere”, spiega l’ex super poliziotto, “Ho combattuto per 26 anni, dal ’92 a oggi e continuo a guerreggiare. Di che cosa sono indagato? Indiziato? Sospettato? Imputato? Di che cosa? Io ho 40 anni di carriera alle spalle nella polizia e nei Servizi. Sono stato 14 anni alla Mobile di Palermo e 6 anni alla Criminalpol, 4 anni capo di gabinetto dell’alto commissario, 10 ai Servizi. Ho lavorato per la sicurezza democratica, per combattere contro la criminalità organizzata che è un elemento di rovina della democrazia. E secondo qualcuno, invece di lavorare per la sicurezza democratica, avrei lavorato per la sua distruzione? Solamente menti malate o deformate da ideologie politiche, che sono come tarli nel cervello, possono pensare cose del genere. Ho servito tutta la vita le istituzioni. Fin quando a dodici anni vestivo la divisa dei Balilla e poi, i Bersaglieri e quindi la divisa della polizia. In prima linea sempre. Sono stato buttato in galera per otto anni senza aver fatto nulla. Dopo aver servito sempre e solo lo Stato. Sono invalido civile al cento per cento e mia moglie è gravemente ammalata. Mi sembra che tutto questo sia molto ingiusto“.

Bruno Contrada con l’avvocato Stefano Giordano

Il suo difensore, l’avvocato Stefano Giordano spiega che chiederà in favore di Contrada la riparazione dell’errore giudiziario subito. “Non volevamo farlo – sottolinea il legale – ma ora abbiamo deciso di andare avanti. Non chiederemo dunque la riparazione del danno sofferto per l’ingiusta detenzione ma quello subito per l’espiazione dell’intera pena visto che la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo ha sostenuto che il processo al mio assistito era illegittimo e non doveva neppure essere iniziato. Stiamo parlando dunque di un risarcimento milionario. Ritengo che una persona di 87 anni abbia il diritto ad essere lasciato in pace. Se qualcuno ritiene che il dottor Contrada (che è incensurato ed è un libero cittadino) abbia contribuito a commettere un omicidio ce lo dica apertamente e si faccia un processo, ma con azioni come la perquisizione del 29 giugno riteniamo che non sia stato compiuto un utile servizio alla giustizia per quanto riguarda l’omicidio dell’agente Agostino”.

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