Non si fermano le nomine da parte di Rosario Crocetta di esponenti del Megafono. Tra queste gli amministratori degli Istituti autonomi case popolari.
E a tempo quasi scaduto, entra in giunta Aurora Notarianni avvocata di Messina che prende il posto di Carlo Vermiglio, che paga la scelta di Germanà di lasciare Ap per Forza Italia a ridosso delle regionali.
Un nuovo giro, tanto per arrivare a 59 cambi di deleghe tra gli assessorati di Palazzo d’Orleans, al quarantanovesimo assessore diverso.
Dopo la mini-rotazione dei direttori regionali ,con la nomina di Maria Elena Volpes al posto di Gaetano Pennino ai Beni culturali, Crocetta sta dando fondo a tutte le mosse possibili, esponendosi come non aveva mai fatto in precedenza.
Per carità, anche in passato si era assistito a nomine e scelte compiute dai governatori a ridosso della campagna elettorale, ma in questo caso l’effetto appare fin troppo evidente. Del resto l’ex sindaco di Gela porta in dote alla coalizione di Micari una parte di voti che dalle parti del Pd certo non trovano disdicevoli. Il radicamento territoriale del Megafono è messo alla prova anche alla luce delle prossime elezioni politiche.
Crocetta anche per questa ragione, dunque, non va troppo per il sottile. Sa che nessuno gli farebbe sconti domani in caso di un risultato parziale o mancato. Si aggrappa così alla legge dei numeri e delle percentuali elettorali, l’unica che garantisce esiti che non si possono interpretare.
Non sono mancate le proteste, prime tra tutte quelle di Marco Falcone, capogruppo di Forza Italia all’Ars, che contesta l’opportunità di questi atti e minaccia di mandare tutto alla Procura.
Il governatore siciliano dovrebbe incontrare la stampa a breve per illustrare gli ultimi atti e i provvedimenti che riguardano anche i precari degli enti locali. Ma intanto, la lunga campagna elettorale dell’uscente di Palazzo d’Orleans, va avanti, in una solitudine già nota, una malinconia già vista. Uno schema che la Sicilia conosce a perfezione.