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Venerdì gli emendamenti

L’ombra dei franchi tiratori sul ddl Enti locali, il voto segreto per riproporre l’assessore in più nei Comuni

giovedì 26 Settembre 2024

Il disegno di legge sugli Enti locali è atteso a breve dalla prova della verità. Il testo definitivo è stato infatti incardinato all’Assemblea regionale siciliana. Il termine per la presentazione degli emendamenti scadrà venerdì, mentre la discussione generale si aprirà martedì 1 ottobre.

Il testo, che vede in qualità di relatore il deputato regionale della Nuova Dc Ignazio Abbate, ha ricevuto il via libera dalla commissione Affari Istituzionali con una pesante modifica, ovvero l’eliminazione della figura dell’assessore aggiuntivo da inserire nelle Giunte dei 391 comuni siciliani.

Una depennazione chiesta ed ottenuta dal governatore dell’Isola Renato Schifani. Mossa che però ha lasciato parecchi deputati scontenti, non solo all’interno delle opposizioni, ma anche fra le fila della maggioranza, in prima linea Fratelli d’Italia e Forza Italia. Tanti amministratori di segno governativo si erano detti favorevoli ad una simile previsione. Tutto sfumato sul fil di sirena, o forse no. A riaprire i giochi potrebbe essere il voto segreto. A chiederlo sarà probabilmente il M5s in disaccordo con la scelta di cassare l’articolo che prevedeva l’assessore aggiuntivo. Una mossa per sparigliare le carte e per dare maggiori chance di successo ad un possibile emendamento che reintroduca la figura in questione. Se la I Commissione ha battuto fuori dalla porta la norma, qualcuno (a carte coperte) potrebbe provare a farla rientrare dalla finestra.

Il contenuto del ddl Enti locali

La bozza del testo incardinato all’Ars prevede al momento 14 articoli. Il primo interessa i revisori degli enti locali. Per i comuni al di sotto dei 3000 abitanti è prevista la figura del revisore unico, mentre per tutti gli altri enti locali si ricorrerà alla forma collegiale. Le figure verranno scelte da appositi elenchi e tramite il ricorso al sorteggio fra chi ne ha fatto richiesta. La grande novità è rappresentata dalla creazione di un elenco speciale riservato ai presidenti di collegio.

Il cuore pulsante del disegno di legge è contenuto nell’articolo 2. La norma in questione istituisce infatti la possibilità di terzo mandato per i sindaci dei comuni fra i 5000 e i 15000 abitanti. Lo stesso articolo disciplina inoltre il principio della rappresentanza di genere nei comuni. Per le città al di sopra dei 5000 abitanti è prevista una quota minima del 20% (su 10 assessori 2 devono essere di sesso diverso dagli altri). Inoltre è contemplata la figura del consigliere supplente. In pratica, il primo dei non eletti di una lista subentrerà qualora un consigliere in carica riceva incarichi all’interno della Giunta Comunale. Un caso per esempio presente all’interno del comune di Palermo, nel cui esecutivo sono presenti Fabrizio Ferrandelli ed Alessandro Anello.

Un’altra previsione del documento riguarda le schede elettorali, dove sarà apposto un tagliando antifrode. Il testo prevede poi l’aumento delle ore di permesso per i componenti delle Giunte e dei Consigli Regionali, nonché la possibilità per gli enti locali in esercizio provvisorio di ricorrere a variazioni di bilancio fino a dicembre al fine di poter impiegare risorse provenienti dalla Regione, dallo Stato o dall’UE. Sul fronte dei piccoli comuni viene innalzata al 70% la soglia per potere sfiduciare il sindaco.

Pronti emendamenti per reintrodurre l’assessore aggiuntivo

La grande novità del passaggio in I Commissione è stata però la cancellazione, votata all’unanimità, della figura dell’assessore aggiuntivo per le Giunta dell’Isola. Un’introduzione che, secondo le previsioni, non avrebbe dovuto comportare un aggravio di spesa per le amministrazioni cittadine e che avrebbe fornito una maggiore operatività ai comuni siciliani. Ma ciò non è bastato a convincere il governatore Renato Schifani, il quale ha dichiarato il suo convinto “no” ad un simile norma, imputando il diniego alla necessità di distaccarsi da un passato politico non troppo apprezzato dai cittadini.

Qualcuno però non è rimasto contento della scelta intrapresa. Sulla figura dell’assessore aggiuntivo si era registrata infatti una certa intesa all’interno dell’Ars. Sono tante le amministrazioni a cui un assessore in più farebbe comodo. Non solo per distribuire meglio le deleghe, ma anche e soprattutto per raffreddare possibili malumori fra le fila delle varie coalizioni a sostegno dei sindaci siciliani. E proprio in questo senso qualche novità potrebbe arrivare dall’Ars. Fra i corridoi di Palazzo dei Normanni già si ipotizza la possibile presentazione di alcuni emendamenti che puntino a reintrodurre la figura dell’assessore aggiuntivo, approfittando magari del voto segreto.

Una direzione su cui si muoverà il coordinatore dei grillini Nuccio Di Paola, il quale si è detto favorevole al provvedimento. A carte coperte qualche membro della maggioranza potrebbe distaccarsi dal “mandato imperativo” di Schifani ed andare dove lo porta il cuore. Un fatto, peraltro, già avvenuto nel passato recente di Sala d’Ercole, come nel caso della bocciatura del ddl sulle Province. La verità si saprà già nei prossimi giorni. Un dibattito sul quale si poserà l’attenzione di numerosi amministratori dell’Isola e che, proprio per questo, si preannuncia scoppiettante.

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