L’Amministrazione comunale di Messina prova a “stanare” gli evasori che non pagano i tributi e intanto scoppia il caso delle cartelle pazze inviate dagli uffici ai cittadini con cifre errate che mandando su tutte le furie i contribuenti. Per questo, sulla questione interviene il sindaco Cateno De Luca che prova a fare chiarezza e a rassicurare i contribuenti preoccupati dalle bollette che vengono recapitate nelle abitazioni, spesso con cifre non corrispondenti agli effettivi consumi.
“Le cosiddette cartelle pazze, e quindi i relativi dati errati – spiega De Luca -sono frutto dell’inesistenza di una banca dati unica del contribuente che implementa tutti i dati di consumo e servizi urbani di ogni singolo contribuente. Mi riferisco cioè ai dati catastali, al contratto elettrico, al contratto acqua e gas ma anche alla nettezza urbana. Stiamo cercando di mettere chiarezza in questa situazione di confusione che penalizza e preoccupa i cittadini e per tale motivo stiamo lavorando alla bonifica della banca dati ed alla creazione della banca data unica del contribuente per stanare gli evasori. Troveremo i furbi. Intendiamo applicare il principio del “pagare tutti per pagare meno”.
“Allo stato attuale si riscontra una evasione media di circa il 50% su tutti i tributi e servizi a richiesta individuale“, spiega il primo cittadino. “Ogni anno – continua De Luca – si è registrato lo stesso problema dei dati errati ma al solito non si è proceduto alle correzioni consequenziali. Questa volta la situazione degli errori è più ampia perché sono stati notificate circa 25 mila cartelle rispetto alle 3 mila cartelle notificate negli anni precedenti. Chi parla di danno erariale per il costo delle notifiche delle cartelle errate dimostra di non conoscere la materia e di aver omesso di denunziare che il danno erariale si è sicuramente avuto negli anni precedenti per la mancata notifica delle cartelle con la consequenziale prescrizione dei tributi e danni per oltre cinque milioni di euro annui. Che faceva chi ci contesta tra il 2013 ed il 2018? Forse pettinava le bambole”.