Tra le figure professionali più colpite dalle conseguenze del Coronavirus, per il solo fatto di essere sempre in qualche modo “fragili”, ci sono gli artisti in generale e gli attori in particolare.
Spesso mal pagati, in perenne lotta per ottenere diritti che dovrebbero appartenere a tutti i lavoratori sono ancora oggi i più “sospesi”, diciamo così, rispetto al momento di crisi attuale.
Ci ha colpito a tal proposito un post pubblicato sul profilo Facebook di Lucia Sardo, attrice siciliana di fama internazionale, che abbiamo raggiunto telefonicamente.
Sul lungo post si legge tra l’altro: “Lavoro per la luce e per le anime belle, non potrei fare altrimenti…. Detto questo, appunto, come premessa, ci tengo a dire e a ribadire che non intendo lavorare senza compenso. È un principio, un atto che devo prima a me e poi ai miei compagni di lavoro…”
Dall’indomani del lockdown totale, in effetti, è partita una serie, infinita, di appuntamenti in streaming e online che vedevano alternarsi letture e interpretazioni, a vario titolo, che hanno coinvolto più o meno tutti gli artisti del panorama siciliano. Partecipazioni, a quanto ci risulta, non ricompensate, almeno finora.
Vogliamo a tal proposito ricordare, come sottolineato anche dai rappresentanti dei principali sindacati che difendono la categoria, che i sostegni economici provenienti dal Ministero ai teatri e alle fondazioni sono stati confermati, così come la cassa integrazione pensata per alcuni lavoratori dipendenti, in questo momento, alleggerisce anche la cassa delle stesse istituzioni culturali che, in più, in quasi tutti i casi, hanno ricevuto anche il contributo simbolico del pubblico che ha acquistato abbonamenti e non ha richiesto alcun rimborso.
L’INTERVISTA
Lucia quali sono le motivazioni che l’hanno spinta a scrivere quel post su Facebook?
Questo è un momento di emergenza, noi abbiamo una pistola puntata alla tempia con la scritta ‘fame’; in questo momento non esistono gli attori in quanto tali ma siamo esseri umani con una bocca e una pancia esattamente come tutti gli altri. Se è un periodo di crisi e di ristrettezza lo è per tutti, non solo per alcuni. Quello che mi dispiace, e a cui non ho intenzione di adeguarmi, è non aver ricevuto contestualmente alle richieste di lavoro, nelle forme che il momento ci consente, un’altrettanto pronta proposta di compenso.
Nella stagione corrente lei era in cartellone al teatro Biondo, insieme ad altri artisti, all’interno dello spettacolo “Bengala a Palermo” di Daniela Morelli…
Si. In questi giorni sono stata contattata per cominciare una lettura del testo, insieme ad altre letture, ma a parole mi è stato detto che poi avremmo parlato del compenso. Io non voglio niente di più di quello che mi spetta, non penso certo però di dover lavorare al minimo sindacale e al tempo stesso sono pronta a rinunciare a quella parte relativa alle spese che avrei dovuto sostenere se fossi venuta in città per il periodo di prove e di repliche. La cosa triste è che noi siamo abituati a questo atteggiamento che è diventato un’ingiustizia, è diventato la normalità e la quotidianità, e il coronavirus è l’occasione per scardinare questo meccanismo perverso secondo me. Questa è una lotta nazionale che non deve finire in una litigata di quartiere.
In che senso, ci spieghi meglio…
Io non voglio attaccare nessuno, voglio restare in pace con tutti, ma se ho una pistola puntata io devo reagire, mi devo difendere. Non me la sento di criticare le persone che non lo comprendono, a volte le nostre posizioni vanno spiegate e io sono pronta a farlo, per questo ho scritto anche quel post. Se noi non siamo responsabili nella risposta che diamo non abbiamo la responsabilità della nostra vita: o alziamo la testa oggi o saremo succubi per sempre di questa discriminazione. E non solo disponibile a ricatti, che spesso sono sotterranei. C’è una frase che mi è rimasta dentro dall’interpretazione di Felicia Impastato ne ‘I Cento passi’ che mi ripeto spesso che è quella di mantenere sempre la schiena dritta: io non voglio essere ne la moderna Giovanna d’Arco né nemica di qualcuno, chiedo solamente, soprattutto in questo momento critico per tutti, che mi venga riconosciuto il mio lavoro. Per noi anche lo streaming è lavoro e andrebbe regolamentato con giusti contratti.
Per questo 2020 aveva dei progetti importanti in cantiere che sono saltati a causa della pandemia…
Questo doveva essere il mio anno: ho girato un film già molto apprezzato dalla critica “Picciridda” (candidato anche al Globo d’oro) che però non è arrivato nelle sale a causa della pandemia. A ottobre scorso ho girato un film che è al centro di una controversia legale poiché il produttore è scappato senza pagare nessuno; ho investito per ristrutturare la mia scuola di teatro in centro a Catania, accanto il Teatro Massimo Bellini, che adesso ovviamente è chiusa, e avevo programmato tutti gli spettacoli a marzo 2020; e il prossimo giugno avrei dovuto recitare in un film con un ruolo da protagonista. Ero in una botte di ferro ed è saltato tutto, io ho risparmi per poter campare, senza lavorare, per i prossimi due mesi e non mi vergogno a dirlo. Sono una professionista che ha costruito la sua carriera con impegno e selezionando sempre, a privilegio della qualità, anche per questo oggi devo rispettare il mio lavoro e pretendere che mi venga riconosciuto e, dunque, ricompensato.
Tra gli ultimi successi, ricordiamo, l’interpretazione di Lucia Sardo proprio nel film “Picciridda”, tratto dall’omonimo libro di Catena Fiorello, che alla presentazione ufficiale ha raccolto il plauso anche di Oliver Stone, presidente di giuria al Taormina Film Fest.
Alla Sardo e alla giovane interprete con lei nel cast è stato assegnato, per l’occasione, il premio Cariddi d’argento come omaggio a tutte le donne che lavorano nel cinema.
Lo stesso Oliver Stone, proprio in questi giorni, ha mandato un messaggio all’attrice ricordando i bei momenti trascorsi insieme, nella speranza che siano di sostegno in questo momento di difficoltà collettiva.