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Il problema

Ludopatia, il confine tra “terra di nessuno” e sindrome da Ponzio Pilato che non convince i consumatori

giovedì 11 Gennaio 2024

In principio c’era la contraddizione, palese e fin troppo sottovalutata, che affiorava dall’aneddoto del pensionato che va a ritirare il suo assegno mensile alle Poste e si ritrova il quesito amletico da sciogliere da parte del dipendente del front-office: “Che fa non se lo deve prendere oggi un gratta e vinci…”.

Successivamente il groviglio dei paradossi ha proceduto il suo corso senza trovare argini.

Che la Sicilia sia la seconda regione in Italia per gioco d’azzardo è risaputo, i dati lo dicono chiaramente. Federconsumatori Cgil in collaborazione con la Fondazione Isscon hanno presentato l’indagine facendo un focus dettagliato e approfondito sulle cifre di questo fenomeno allarmante.

Dai numeri resi pubblici (clicca qui) emerge che a Palermo si spendono 2,5 miliardi di euro, a Messina 1,2 miliardi, a Siracusa 786 milioni, a Trapani 620 milioni, ad Agrigento 546 milioni, a Ragusa 441 milioni, a Caltanissetta 344 milioni e a Enna 238 milioni.

In seguito anche l’Ars ha tuonato, a bassa voce, per ribadire l’inopportunità di punti di gioco, scommesse e tutti gli annessi e connessi, rispetto agli obiettivi sensibili: scuole, impianti sportivi, asili nido, luoghi di aggregazione giovanile e di culto.

Il contrasto alla ludopatia c’è da un po’, proprio qualche anno fa su questa materia una norma a firma cinque stelle (clicca qui) aveva provato ad arginare questo problema. Una norma che imponeva il divieto d’apertura dei centri di scommesse e spazi per il gioco e quindi l’istallazione di nuovi apparecchi.

Niente vicinanza o prossimità. Auspicio rimasto più o meno al suo posto. Come tutto il resto.

Alla luce del via libera da parte dell’Ars alla legge di Stabilità e del Bilancio per il triennio 2024-26 è prevista anche la modifica della Legge regionale 21 ottobre 2020 numero 24 recante “Norme per la prevenzione e il trattamento del disturbo da gioco d’azzardo”. “Subordinare le tabaccherie a ulteriori distanze minime per l’offerta dei predetti giochi sarebbe un controsenso oltre ad essere eccessivamente pregiudizievole considerato che, contrariamente alle altre tipologie di esercizio, non hanno libertà di dislocazione”, così si legge nella relazione tecnica che accompagna l’emendamento.

Nello specifico, in relazione al distanziometro, nel testo si specifica che “non è considerata nuova installazione o nuova apertura il cambio della titolarità dell’esercizio, il cambio del rappresentante legale, il cambio del concessionario e il cambio della ditta proprietaria” delle slot e Vlt.

Federconsumatori non è d’accordo e lo fa presente in una nota senza mezzi termini: “La scelta di “salvare” i tabaccai è legittima, è stata fatta anche da altre Regioni italiane, ma è una scelta politica e non certo una scelta obbligata e chi ha preso tale scelta deve assumersene le responsabilità, la cosa migliore sarebbe stata quella di sfavorire almeno quello nei luoghi fisici, per provare a limitare la diffusione delle ludopatie“.

La soluzione proposta dalle legge rappresenta “la sintesi ottimale tra la tutela della salute dei cittadini, con la prevenzione dei disturbi da gioco d’azzardo patologico e la tutela delle attività economiche legali che raccolgono il gioco”. L’emendamento, infine, stabilisce che “non è considerata nuova installazione o nuova apertura il cambio della titolarità dell’esercizio, il cambio del rappresentante legale, il cambio del concessionario e il cambio della ditta proprietaria degli apparecchi”.

Soldi e salute dovrebbero essere le questioni su cui porre attenzione secondo Federconsumatori Sicilia. Lo Stato da decenni ha deciso di permettere il gioco legale, regolamentandolo e tassandolo al fine di garantirsi introiti fiscali pari a circa 15 miliardi l’anno. E i rischi per la salute sono molteplici, la maggior parte dei ludopatici non soffre di questo disturbo sin da bambino, ma lo esprime nel corso degli anni, anche in base alla disponibilità economica, basti pensare alla grande quantità di ludopatici over 65.

La ludopatia è un problema sottostimato dallo Stato italiano, che spende pochissimo per prevenirla e forse ancor meno per aiutare chi ne soffre“.

Federconsumatori Sicilia, alla luce di tutto ciò, vuole che si sappia una cosa: “non c’è una questione giuridica sull’applicazione del distanziometro ai tabaccai, l’orientamento delle toghe è chiaro e va verso l’applicazione del distanziometro ai tabaccai anche se, per legge, i tabaccai non possono spostare a piacimento la propria attività economica“.

Vorrei dire ai tabaccai una cosa molto importante – afferma Alfio La Rosa, presidente di Federconsumatori Sicilia Il problema non siete voi, né i vostri legittimi interessi: il problema è il gioco. Capiamo perfettamente le vostre ragioni, ma abbiamo fatto da tempo una scelta diversa rispetto a quella di chi, anche in Assemblea Regionale Siciliana, ritiene che l’economia sia da preferire alla salute pubblica“.

Riepilogando quindi la questione è da capire, più o meno nei seguenti termini: nel rapporto costi e benefici, quanto ci mette lo Stato per risolvere il problema e curare i ludopatici; quanto siamo rassegnati a subire la ludopatia, malattia emergente che rischia di cronicizzarsi in un Paese che ha sempre più fasce deboli di territorio e di società e soprattutto, quali deterrenti reali sono compatibili in un mondo che pensa a fare solo soldi a tutti i costi.

 

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