Il mondo contadino, fotogrammi di un’epoca non troppo lontana della realtà siciliana sono al centro de “L’urtima spagghiata“, il libro di Giovanni Di Stefano, che è stato presentato a Palazzo Cocuzza, a Monterosso Almo (Rg).
A tratteggiarne i contenuti è stato lo stesso autore con il contributo degli altri relatori presenti all’incontro. Per completare il suo lavoro, Di Stefano, ha condotto un’accurata ricerca storica e antropologica che gli ha consentito di riportare alla luce, e offrire ai lettori, i racconti dei campi ormai dimenticati.
Nonostante il tema trattato sia circoscritto alla realtà iblea e di Modica in particolare, il volume ha un respiro ben più ampio che si rivolge all’intero territorio siculo. La “spagghiata“, del resto, può anche mutare nell’idioma locale ma rimane pur sempre la pratica, comune a tutti i contadini, di separare il grano dalla paglia.
Il libro si compone di 400 pagine corredate da numerose fotografie che catturano la durezza del lavoro nei campi. Giovanni Verga, per l’autore pietra di paragone di ogni scrittore di sangue siculo che si rispetti, è il metaforico sherpa che lo ha guidato nella composizione del testo.
Alla presentazione, tra gli altri, erano presenti il sindaco di Monterosso, Salvatore Pagano e l’editore Giuseppe Angelica. “È un libro – spiega quest’ultimo – che merita di essere collocato oltre i confini provinciali. Sono stati sei mesi di grande lavoro ma abbiamo creato un prodotto di cui andare fieri”.
“Il libro – dice Di Stefano – è un omaggio all’umile contadino, attore non protagonista della storia di Sicilia e d’Italia ma è dedicato ai giovani affinché non dimentichino una vita vissuta da chi li ha preceduti e ormai tramontata”. Il volume, pubblicato da G.A. edizioni, sarà presto disponibile sul portale Ialmo.it.