Nuove indiscrezioni sul caos ‘firme false’ del M5S; un consulente, incaricato dal pool di magistrati che segue l’inchiesta, si occuperà dell’analisi grafologica per confrontare la scrittura degli attivisti indagati con quelle apposte nelle liste delle comunali del 2012 di Palermo.
Ci sono, infatti, i vecchi documenti universitari e le dichiarazioni allegate alla candidatura tra i documenti acquisiti della Procura di Palermo per la comparazione grafica necessaria a capire chi copiò le firme a sostegno della lista dei 5Stelle. La pm Claudia Ferrari, visto il rifiuto della maggior parte degli indagati di rilasciare saggio grafico, ha dovuto rovistare a fondo tra le carte per trovare scritti idonei al confronto.
Gli indagati iscritti nel registro dalla magistratura sono 13: gli unici che hanno accettato di rilasciare il saggio grafico sono i due parlamentari regionali Claudia La Rocca e Giorgio Ciaccio, che peraltro collaborano con i magistrati e hanno raccontato tutti i particolari della vicenda, gli attivisti Stefano Paradiso e Giuseppe Ippolito e Samantha Busalacchi, che pur rifiutandosi di rispondere ai pm, probabilmente colta di sorpresa ha acconsentito al rilascio.
In silenzio davanti ai magistrati, ma contrari alla perizia calligrafica, molti attivisti grillini: Riccardo Nuti, ex capogruppo pentastellato alla Camera, Pietro Salvino e la moglie Claudia Mannino, deputata nazionale, oltre a Francesco Menallo, la deputata nazionale Giulia Di Vita e Riccardo Ricciardi, marito della parlamentare Loredana Lupo, colpevole di avere depositato in tribunale la lista con le firme false. Centinaia i cittadini che hanno disconosciuto le firme che sarebbero state ricopiate dalle originali, secondo la ricostruzione dell’accusa, per ovviare a un errore formale che le aveva rese inutilizzabili.