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Mafia: al via confisca di beni a Castelvetrano per eredi del pentito Cimarosa

mercoledì 25 Maggio 2022
Tribunale Trapani

Confisca definitiva con sentenza di Cassazione: i primi di giugno Giuseppe e Michele Cimarosa, con la mamma Rosa Filardo e la nonna Rosa Santangelo, dovranno lasciare la loro casa e il maneggio annesso in contrada Fontanelle Maggiare a Castelvetrano.

L’immobile risulta intestato ai due figli del collaboratore di giustizia Lorenzo Cimarosa, morto nel 2017. Il provvedimento di sgombero è stato inviato alla famiglia Cimarosa dall’Agenzia nazionale per i beni confiscati qualche mese fa, ma la notizia è trapelata soltanto oggi durante la visita della Commissione nazionale antimafia presso il centro equestre ‘Equus’ di Cimarosa a Castelvetrano. Il sequestro preventivo risale al 2014 su disposizione della sezione Misure di prevenzione del Tribunale di Trapani. Poi il procedimento è andato avanti e sia in Appello che in Cassazione la confisca è stata confermata.

Giuseppe Cimarosa, 39 anni, di Castelvetrano, è figlio di Lorenzo, l’imprenditore edile e primo pentito della famiglia Messina Denaro (era sposato con Rosa Filardo, cugina del boss mafioso latitante Matteo) morto a 56 anni nel gennaio 2017. Appassionato di equitazione, Giuseppe Cimarosa, dal 2008 ha iniziato la sua attività di teatro equestre (Equus) che lo ha portato a esibirsi più volte alla ‘Fiera Cavalli’ di Verona e a firmare, come autore e regista, alcuni spettacoli messi in scena in Sicilia. Nel primo colloquio al carcere Pagliarelli di Palermo nel 2013, dopo il secondo arresto, il padre gli disse di voler collaborare con la giustizia e raccontare ciò che sapeva anche se non si considerava un pentito.

“Credevo che la scelta di mio padre di collaborare con i magistrati fosse stata apprezzata da molti cittadini e, invece, mi sono ritrovato da solo con mia madre, mio fratello e mia nonna, la sorella della madre di Matteo Messina Denaro. C’è chi, con un pretesto, è andato via dai corsi di equitazione, altri ancora hanno deciso di non parlarmi più“, diceva Cimarosa. L’uomo, dopo che il padre aveva iniziato a collaborare, si era rivoltato pubblicamente contro il parente superlatitante Matteo Messina Denaro: mio padre con le sue dichiarazioni ha rotto un muro di omertà. La “collaborazione di mio padre ha sferrato un colpo durissimo alla famiglia Messina Denaro”, ma “io ho ricevuto la confisca di casa e maneggio, che per me sono l’unica bombola d’ossigeno” aveva detto in audizione in Commissione parlamentare antimafia Giuseppe Cimarosa. Il giovane nel 2015 parlò alla Leopolda siciliana ricevendo l’applauso di un migliaio di persone.

Dopo l’avvio della collaborazione con la giustizia del padre, Cimarosa, il fratello Michele, la mamma Rosa Filardo e la nonna Rosa Santantelo (sorella della mamma di Matteo Messina Denaro) hanno scelto di rimanere a vivere a Castelvetrano, rinunciando al programma di protezione. Oggi, nel maneggio a fianco la casa di contrada Fontanelle Maggiare, Giuseppe Cimarosa continua la sua attività di teatro equestre, con un vivaio di quasi 50 tra bambini e ragazzi. L’associazione ‘Libera’, nel suo maneggio, organizza periodicamente incontri, portando anche alcuni detenuti minorenni in prova per ascoltare la testimonianza di Cimarosa.

“La mia è stata una solitudine vissuta sulla pelle: in molti mi hanno allontanato, altri ancora non sono più venuti al maneggio – aggiunge- Quanto è successo in questi anni è un dato che dovrebbe fare riflettere in moltissimi – dice Cimarosa, che convinse il padre a pentirsi – c’è ancora chi, a livello locale, mi punta il dito contro, criticando la mia scelta di ribellione e anche giudicando il momento in cui è avvenuta la collaborazione di mio padre. A queste persone rispondo col mio impegno quotidiano in quello che faccio, compresi gli incontri con alcuni giovani grazie a ‘Libera’, perché sono convinto che la cosa più importante e utile che posso dare sia la mia testimonianza nei loro confronti. Da persone non della mia città ho ricevuto tanti attestati di stima e vicinanza, dalla maggior parte dei castelvetranesi, dai quali mi sarei aspettato più solidarietà e affetto, è arrivato, invece, odio e ancora peggio indifferenza”, ha concluso Cimarosa.

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