Si è avvalso della facoltà di non rispondere Giuseppe Biondino, figlio del boss Salvatore ed ex autista di Totò Riina, fermato domenica dai carabinieri per mafia. Nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Fabrizio La Cascia, Biondino ha scelto il silenzio, mentre hanno risposto alle domande del magistrato gli altri quattro fermati, che hanno respinto le accuse.
I pm Roberto Tartaglia, Annamaria Picozzi e Amelia Luise, gli contestano l’associazione mafiosa e l’estorsione. In cella sono finiti oltre a Biondino, ritenuto capo del mandamento di San Lorenzo, Salvatore Ariolo e il tunisino Ahmed Glaoui, ritenuti appartenenti rispettivamente alle famiglie mafiose di San Lorenzo e Partanna Mondello, Bartolomeo Mancuso che sarebbe coinvolto in un’estorsione consumata e due tentate nei confronti di imprenditori e commercianti e Francesco Lo Iacono, presunto mandante di un grave incendio commesso, la notte del 14 agosto 2015, nei confronti di un’attività commerciale di Partinico.
Il fermo si è reso necessario perché Lo Iacono e Biondino, a giudizio degli inquirenti, stavano per fuggire e darsi alla latitanza. Sulla convalida del provvedimento il gip si è riservato.