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Affari dal carcere

Mafia: dodici arresti in Sicilia per voto di scambio, estorsioni e droga CLICCA PER IL VIDEO

venerdì 1 Marzo 2024

Scambio elettorale politico-mafioso, estorsioni, detenzione di armi e stupefacenti, introduzione in carcere di dispositivi telefonici, con i quali dal carcere gestivano i loro affari : sono alcune delle accuse contestate a 12 persone gravemente indiziate di essere organizzatori ed affiliati al Clan “Nardo” operante nell’rea nord della provincia di Siracusa e ritenuta costola della famiglia di cosa nostra catanese “Santapaola Ercolano”.

Dieci di loro sono finite in carcere e due ai domiciliari , in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Catania, su richiesta della Procura Distrettuale Antimafia ed eseguita dai Carabinieri del Nucleo Investigativo del Comando Provinciale di Siracusa Avvalendosi della forza di intimidazione derivante dal vincolo associativo gli arrestati, secondo quanto emerso nell’indagine, erano riusciti ad acquisire, in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di numerose attività economiche e imprenditoriali, prevalentemente nel settore agro-pastorale, nell’area nord della provincia siracusana. il reato di scambio elettorale politico- mafioso è contestato anche ad un candidato sindaco delle scorse elezioni amministrative del 2022 che avrebbe accettato la promessa di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno ad operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato.

I destinatari del provvedimento sarebbero “riusciti ad acquisire, in modo diretto e indiretto, la gestione o comunque il controllo di numerose attività economiche e imprenditoriali, prevalentemente nel settore agro-pastorale, nell’area nord della provincia siracusana“. Secondo gli inquirenti i componenti del clan avrebbero minacciato “anche dall’interno degli istituti di pena, utilizzando illecitamente telefonini, chi si fosse rivolto alle forze dell’ordine, per denunciare un’estorsione o una minaccia subita, occultando armi ad alto potenziale offensivo, smerciando stupefacenti del tipo cocaina e marijuana, gestendo una florida piantagione composta da ben 731 piante“. Sono stati ricostruiti numerosi episodi di estorsione commessi dagli indagati che “mediante minaccia e avvalendosi della forza di intimidazione, avrebbero costretto diversi imprenditori agricoli o esercenti commerciali a fornire somme di denaro o generi alimentari senza corrispettivo, pagare un servizio di “guardiania” per i propri terreni agricoli, sui quali sarebbero stati anche obbligati a tollerare il pascolo di capi di bestiame riconducibili agli associati, subire il cosiddetto “cavallo di ritorno” per la restituzione di escavatori ed altri mezzi oggetto di furto“. Il reato di scambio elettorale politico mafioso è stato contestato ad un candidato sindaco delle elezioni amministrative del 2022 che “avrebbe accettato la promessa di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno ad operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato“.

Giuseppe Sorbello, ex assessore regionale ed ex sindaco di Melilli, paese nel Siracusano, è uno dei 12 arrestati. Secondo l’accusa, Sorbello, alle amministrative a Melilli del 2022, avrebbe “accettato la promessa di esponenti del clan Nardo di procurare  di ottenere voti in cambio di denaro e dell’impegno a operarsi per agevolare la scarcerazione del figlio di un affiliato“. Le elezioni furono vinte dall’attuale sindaco, Giuseppe Carta, deputato regionale del Mpa con il 75 per cento dei consensi.

Aggiornamento ore 14:20. – Per le elezioni del 2022 alla carica di primo cittadino di Melilli, nel Siracusano, il candidato Pippo Sorbello avrebbe stretto accordi con esponenti del clan Nardo. Questa la tesi della Procura distrettuale antimafia di Catania così come richiamata anche dal gip di Catania Giuseppina Montuori che ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di dodici persone.

Il gip spiega l’impegno assunto dal candidato sindaco Sorbello in favore del sodalizio mafioso con somme di denaro che il candidato sindaco avrebbe dato a Giuseppe Montagno Bozzone, assumendosi anche l’impegno di favorire la scarcerazione anticipata del figlio Antonino, detenuto nella casa circondariale di Caltagirone, mettendo a disposizione i propri avvocati e con l’appoggio di un magistrato che non è stato identificato che avrebbe potuto aiutarlo.

Secondo gli inquirenti Vincenzo Formica, Antonello Costanzo Zammataro e Antonino Montagno Bozzone sarebbero stati gli organizzatori e referenti del clan Nardo a Melilli. A loro è stata contestata l’associazione mafiosa.

Gli arrestati sono: Giada Aimone, 32 anni; Salvatore Arrabito 34 anni; Antonello Costanzo Zammataro, 50 anni; Vincenzo Formica 42 anni; Alfio Alberto Ira, 57 anni; Andrea Mendola, 29 anni; Giuseppe Nunzio Montagno Bozzone, 58 anni; Antonino Montagno Bozzone, 34 anni; Salvatore Padua, 58 anni; Antonino Puglia, 58 anni; Salvatore Rasizzi, 37 anni; Arturo Tomasello, 42 anni. Agli arresti domiciliari: Giuseppe Puglia, 29 anni e Giuseppe Sorbello, 64 anni.

 

 

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