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I carabinieri del comando provinciale di Palermo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di undici indagati ritenuti a vario titolo responsabili di associazione di tipo mafioso, detenzione di stupefacenti, favoreggiamento personale e tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso. E’ quanto riferisce una nota del comando provinciale dei carabinieri di Palermo, secondo cui l’operazione e’ stata condotta.
L’indagine, condotta dal nucleo investigativo dei carabinieri di Palermo e coordinata da un pool di magistrati diretti dal procuratore aggiunto Salvatore De Luca, rappresenta l’esito di una complessa manovra investigativa volta ad approfondire la struttura e le attivita’ criminali di una storica articolazione di cosa nostra palermitana, inserita nel mandamento urbano di Passo di Rigano, e costituita dalla famiglia mafiosa di Torretta. Stabilmente ancorata nell’omonimo paese, un piccolo borgo con poco piu’ di 4 mila abitanti nell’hinterland palermitano, da sempre roccaforte mafiosa e punto di collegamento tra cosa nostra siciliana e l’omologa organizzazione criminale newyorkese, la famiglia mafiosa torrettese si e’ in passato distinta, tra l’altro, per il ruolo dei suoi esponenti quali garanti per il rientro in Italia dei cd. “scappati”, rappresentati dalla fazione sconfitta e ostracizzata dai corleonesi di Riina Salvatore al termine della seconda guerra di mafia. La ricostruzione dei fatti che segue e’ fondata sui gravi indizi di colpevolezza prospettati dalla Dda, sezione territoriale di Palermo e ritenuti dal Gip.
I NOMI DEGLI INDAGATI
Gli arrestati sono: Lorenzo Di Maggio, 70 anni, Raffaele Di Maggio, 58, Filippo Gambino, 55, Giovanni Angelo Mannino, 69, Ignazio Antonino Mannino, 64, Francesco Puglisi, 55, Natale Puglisi, 62, Natale Puglisi, 55, Calogero Badalamenti, 50. Ai domiciliari è stato posto Calogero Caruso, di 84 anni.