Le attiravano in Italia per farle prostituire. Sono stati eseguiti oggi i provvedimenti di fermo nei confronti di tre cittadini nigeriani cui sono contestati i reati di tratta di esseri umani finalizzata allo sfruttamento della prostituzione in concorso, violenza sessuale aggravata e procurato aborto.
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Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile nell’ambito dell’operazione “Trafficking”. Le misure restrittive sono state disposte dalla Dda della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Palermo, nei confronti di tre cittadini di origine nigeriana: due donne, Precious Eric di 22 anni e Paternice Vincent, detta “Aisha”, di 37 anni, e il compagno di quest’ultima, Israel Chukwma Abia detto “Papi”, di 52 anni.
Per gli stessi reati risulta, inoltre, indagato Samuel Ebi, di 35 anni, appartenente allo stesso gruppo e già detenuto nel carcere di Trapani. Le attività investigative hanno preso le mosse dalle dichiarazioni di due donne vittime di tratta che, dopo aver sopportato viaggi estenuanti, giunte in Italia venivano costrette a prostituirsi subendo innumerevoli abusi, fino ad esser violentate dal loro stesso sfruttatore e, in alcuni casi, essere addirittura costrette ad abortire.
Dalle indagini è emerso anche come una delle due ‘maman‘, Precious Eric, si sarebbe occupata di accogliere le ragazze mandate in Italia, dopo essere state reclutate da connazionali a fronte del pagamento di un grosse somme.
Successivamente, la Eric le avrebbe collocate in diverse case di prostituzione per farle prostituire e “metterle in condizione“ di ripagare il debito contratto con l’organizzazione.
Gli agenti hanno scoperto anche due case di prostituzione nel quartiere Ballarò di Palermo e l’altra a Trapani, ma gestite entrambe dalla maman Aisha con l’aiuto di alcuni suoi connazionali, tra cui il compagno Israel Abia.
Questi ultimi sono anche ritenuti responsabili del procurato aborto ai danni di una giovane nigeriana vittima di tratta. La malcapitata ragazza, una volta rimasta incinta, sarebbe stata costretta, con reiterate minacce e violenze, ad interrompere la gravidanza per continuare ad essere sfruttata.
A Ballarò sono state effettuate numerose perquisizioni e controllati i documenti di circa venti nigeriani tre dei quali sono risultati irregolari sul territorio nazionale. La loro posizione è attualmente al vaglio dell’Ufficio Immigrazione.