Il Tribunale di Palermo – Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Procura della Repubblica, ha emesso un provvedimento di sequestro di un immobile e pertinenti posti auto nonché di alcuni rapporti bancari nei confronti di Diego Guzzino (classe ‘48), per un valore stimato di circa 250.000 euro, eseguito dai finanzieri del Comando Provinciale di Palermo.
Diego Guzzino risulta tra i personaggi che hanno caratterizzato la storia criminale di Caccamo quanto meno dagli anni ’80, come riscontrato anche dalle dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.
Condannato in via definitiva nel 2008 per associazione mafiosa a 7 anni di carcere, ha continuato successivamente ad accrescere il suo spessore criminale all’interno della famiglia mafiosa di Caccamo, ponendo in essere comportamenti finalizzati ad agevolare l’organizzazione Cosa Nostra.
Nel 2016, è stato nuovamente tratto in arresto nell’ambito dell’operazione “Black cat”, per aver diretto la famiglia mafiosa di Caccamo, dedicandosi, in particolare, alla commissione di estorsioni, atti intimidatori e danneggiamenti, intrattenendo riservati e clandestini rapporti con diversi sodali anche di altri mandamenti.
Con sentenza del 20 dicembre 2017 del Tribunale di Palermo (confermata in Appello il 10 ottobre 2019), il Guzzino è stato condannato alla pena di anni 8 e mesi 8 di reclusione e dallo scorso marzo è stato posto agli arresti domiciliari.
La Procura della Repubblica di Palermo, tenuto conto di tali condotte, ha pertanto delegato accertamenti economico-patrimoniali agli specialisti del GICO del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza, che hanno evidenziato una significativa sproporzione, pari ad oltre 270.000 euro, tra i redditi dichiarati e gli investimenti effettuati nel tempo.
Sulle base delle evidenze raccolte il Tribunale di Palermo ha disposto il sequestro di una villa, con relative pertinenze, ubicata nel residence “Mareluna Village” a Campofelice di Roccella, località balneare nella provincia di Palermo, nonché di diversi rapporti bancari, per un valore stimato di circa 250.000 euro.
Il Tribunale ha infatti ritenuto che l’immobile di pregio, acquistato in assenza di fonti di reddito giustificate, e le giacenze sui rapporti bancari, incompatibili con l’accumulo di risparmi leciti, intestati o nella disponibilità del proposto, rappresentino il frutto delle attività illecite esercitate dal Guzzino o il reimpiego dei relativi proventi.
Continua l’azione che la Guardia di Finanza palermitana svolge, nell’ambito delle indagini delegate dalla Procura della Repubblica di Palermo, a contrasto dei patrimoni di origine illecita con la duplice finalità di disarticolare in maniera radicale le organizzazioni criminali mediante l’aggressione delle ricchezze illecitamente accumulate e di liberare l’economia legale da indebite infiltrazioni della criminalità consentendo agli imprenditori onesti di operare in regime di leale concorrenza.