Carabinieri del Ros di Messina, con il supporto in fase esecutiva del comando provinciale, hanno sequestrato beni per oltre 210mila euro a Vincenzo Galati Giordano, detenuto, accusato di appartenere al clan mafioso dei ‘Batanesi’ di Tortorici, che opera anche sulla fascia Tirrenica. Il provvedimento è della sezione Misure di prevenzione del Tribunale su richiesta della Dda della Procura e trae origine dall’indagine Nebrodi condotta dal Ros.
L’inchiesta aveva documentato come i “Batanesi”, a seguito della disarticolazione della famiglia mafiosa di Barcellona Pozzo di Gotto, avessero progressivamente esteso il loro controllo sul territorio dei Nebrodi e della fascia tirrenica messinese, tessendo rapporti con esponenti del clan Cappello di Catania e con altri esponenti della criminalità organizzata. Tra i reati contestati la commissione di plurime truffe finalizzate all’indebita percezione di rilevanti contributi europei, erogati dall’Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura a sostegno dell’agricoltura e della pastorizia.
Vincenzo Galati Giordano – destinatario il 15 gennaio 2020 di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa nell’ambito della citata operazione Nebrodi – è indicato dai carabinieri del Ros come figura di rilievo dei “Batanesi”, tanto da averne retto le fila durante il periodo di detenzione di Bontempo Sebastiano, 52 anni, a capo del gruppo criminale. L’appartenenza al clan, sottolineano i carabinieri del Ros, è, peraltro, sancita dalle sentenze definitive relative alle indagini Mare Nostrum e Montagna. Il sequestro ha riguardato una società agricola utilizzata per l’indebita percezione di contributi economici comunitari erogati dall’Agea, un appartamento, un’autovettura e otto rapporti bancari per un valore complessivo stimato di oltre 210.000 euro.