Una città in ginocchio. Un altro fine settimana all’insegna del maltempo che mette a dura prova negozi e attività di somministrazione che stanno cercando di riprendersi dopo la pandemia.
“Ancora una volta i commercianti pagano a caro prezzo i danni causati da una Natura che si ribella – lamenta Dario Pistorio, presidente provinciale della FIPE e Vice presidente vicario di Confcommercio Catania – Non bastava il Covid, adesso ci si mettono pure uragano, alluvione, tromba d’aria…Insomma danni su danni, economici e materiali”
I commercianti di Catania sono distrutti, e i titolari dei pubblici esercizi più degli altri perchè ancora una volta pagano un prezzo più alto: sono stati gli ultimi ad aprire e i primi a chiudere durante la pandemia, quelli maggiormente sottoposti a regole per poter esercitare e ad aver affrontato costi altissimi per potersi adeguare.
“Abbiamo attivato una serie di azioni a sostegno dei Pubblici Esercizi e per tutte le attività commerciali -, spiega Pistorio – Si parla di una prima stima dei danni che si aggira su milioni di euro, per mancati incassi, danni alla merce, danni strutturali, che non sono pagati dalle coperture assicurative. Chiediamo ai Governi Nazionale, Regionale, Comunale di attivarsi per aiutare i nostri commercianti ed esercenti, ancora oggi parecchi nel centro storico, il più colpito, non possono aprire. Noi abbiamo avviato una raccolta di istanze da riportare al governo in modo di cercare di garantire un rimborso”.
“Gli operatori di Catania e provincia dopo due anni di Covid, di cenere vulcanica, di uragani, di incendi, sono allo stremo ma ad oggi non abbiamo sentito un solo impegno, serio e formale, sui tempi e sui modi degli interventi di sostegno da parte dei governi -. Si sfoga il presidente di Confcommercio Catania Pietro Agen – Vediamo grande tempestività nell’imporre sacrifici ma non ne vediamo altrettanta nell’affrontare il dopo! Si sta distruggendo un patrimonio di piccole e medie imprese che hanno mantenuto vivo, nonostante tutto, questo territorio, ora crediamo sia giunto il momento di dire BASTA! Si apra un tavolo di confronto serio sui problemi atavici come il collettore di acque piovane o la situazione della zona industriale, si prevedano sostegni dignitosi in tempi strettissimi, insomma si passi finalmente dalle parole ai fatti. Confcommercio e tutte le federazioni aderenti alla stessa saranno presenti e accanto ai nostri imprenditori. Non possiamo stare immobili, daremo un segnale forte per far capire che l’economia della città è il primo volano sociale che concorre all’equilibrio della stessa Città. Ma lo stesso devono fare le nostre istituzioni”.