Un intervento tempestivo per ricostruire e consolidare tutte le cosiddette barriere soffolte già esistenti lungo la fascia tirrenica.
Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, alla guida dell’Ufficio contro il dissesto idrogeologico, ha voluto fare il punto della situazione con i rappresentanti della Struttura commissariale diretta da Maurizio Croce e con il capo del Genio civile di Messina, Antonino Platania.
Fra le decisioni intraprese, quella di dare una decisa accelerazione per entrare nella fase operativa del “Contratto di Costa”, pensato ed elaborato proprio per arrestare i fenomeni erosivi provocati su ottanta chilometri di litorale – da Tusa fino a Patti – dalle mareggiate.
Al vertice, tenutosi a Palazzo Orleans, hanno preso parte anche l’assessore al Territorio Toto Cordaro e il numero uno della Protezione civile regionale Calogero Foti.
“Siamo ormai in presenza di eventi meteorologici non più eccezionali, ma purtroppo sempre più frequenti e sta a noi adottare tutte le misure necessarie per non farci trovare impreparati“, ha sottolineato il governatore.
Non c’è ancora una stima ufficiale, ma i vari interventi dovrebbero richiedere una spesa di circa otto milioni di euro. Il governatore ha poi sollecitato un’accelerazione sull’attuazione del Piano complessivo anti erosione. “Dobbiamo assolutamente entrare nella fase operativa – ha detto Musumeci – concludere tutte le indagini necessarie, dotarci dei progetti esecutivi e cominciare ad affidare gli interventi di risanamento e di prevenzione, realizzando così un sistema organico che possa salvaguardare quanto più a lungo possibile quei litorali meravigliosi che sono da sempre i più esposti all’aggressione del mare. Abbiamo fortemente voluto questo strumento e adesso dobbiamo utilizzarlo senza indugi, cominciando già a capire quali sono gli altri tratti costieri della nostra Isola che hanno più bisogno di una strategia di questo tipo“.
Intanto, per le zone aggredite dal mare in burrasca, l’esecutivo regionale si è già attivato approvando una delibera con la quale si dichiara lo stato di calamità e si sollecita al Consiglio dei ministri la dichiarazione dello stato di emergenza. Le onde hanno danneggiato reti idriche e fognarie, invaso arterie stradali, distrutto strutture pubbliche e private.
Nell’elenco inoltrato al governo nazionale figurano Barcellona Pozzo di Gotto, Santa Marina di Salina, Caronia, Torregrotta, Spadafora, Lipari, Stromboli, Sant’Agata di Militello, Piraino, Capo d’Orlando e Gioiosa Marea.
In questi ultimi tre comuni, l’Ufficio contro il dissesto idrogeologico ha prontamente avviato alcune opere per ripristinare le necessarie condizioni di sicurezza, per una spesa complessiva di circa 750mila euro.