Possibili nuovi guai in vista per il Calcio Catania.
E’ stato scoperto un vorticoso giro di crediti tributari ‘fasulli’ creato attraverso il “reperimento e la costituzione di società ‘farlocche'”.
Al centro dell’operazione, fra le aziende scoperte dalla guardia di finanza di Catania nell’ambito dell’inchiesta ‘Fake credits‘, c’è l’associazione di datori di lavoro Confimed Italia, con sede a Roma e uffici a Catania.
Il presidente, Antonino Paladino, 57 anni, è stato arrestato. Sono stati inoltre condotti anche un dipendente del suo studio, Gaetano Sanfilippo, di 43 anni, e un consulente, Andrea Nicastro, di 46 anni.
LA SEDE DI CONFIMED E’ LA STESSA DI SIGI
La sede dell’azienda, come affermato anche dal procuratore di Catania Carmelo Zuccaro, è la stessa della Sigi (Sport investment group Italia). Tale società è nata con lo scopo di partecipare al bando per rilevare le quote del Calcio Catania. Al momento però, tale organizzazione risulta estranea al blitz di stamani.
“E’ ovvio che anche la sezione fallimentare del Tribunale di Catania sta esaminando queste situazione”, ha detto il procuratore rispondendo alle domande dei cronisti.
“Noi abbiamo rappresentato questo problema e anche le esigenze cautelari, in parte, nascono da questa esigenza“.
Un’operazione di salvataggio dei colori rossoblu che si preannuncia sempre più travagliata. Fra le possibili alternative al bando, secondo indiscrezioni, è stato palesato l’interesse per l’acquisto delle quote della Sicula Leonzio. L’offerta potrebbe arrivare da una nota azienda di autotrasporti etnea.
LA REPLICA DI SIGI
I soci della Sport investment group Italia Srl (Sigi), hanno avviato una “pronta operazione di self-cleaning per potersi riorganizzare a stretto giro anche dal punto di vista finanziario, per poter partecipare alla gara competitiva, secondo gli intendimenti e gli obiettivi già noti“.
E’ quanto si legge in una nota della società, dopo gli esiti dell’inchiesta ‘Fake credits’.
“La Sigi e i suoi soci – si legge nel comunicato – si sono prontamente riuniti per affrontare la situazione traumatica determinata dall’ordinanza cautelare che ha colpito lo studio dei commercialisti che seguiva la compagine e che si era impegnato anche a partecipare al capitale sociale“.
I rappresentanti “fanno rilevare di essere completamente estranei ai fatti contestati e confermano piena fiducia nell’operato degli inquirenti, fermo il diritto degli incolpati di essere riconosciuti non colpevoli“.