“Oggi all’Ars ci sarà il giuramento, sarò contemporaneamente deputato regionale e sindaco, poiché per 30 giorni le cariche non sono incompatibili. Nel frattempo rifletterò su cosa fare”. A dichiaralo a ilSicilia.it è Filippo Maria Tripoli, il primo cittadino di Bagheria che da oggi approda tra gli scranni di Sala d’Ercole subentrando a Roberto Lagalla, eletto sindaco di Palermo lo scorso 13 giugno.
Tripoli, quale primo dei non eletti nella lista ‘Idea Sicilia’, ha deciso di accettare la carica di deputato all’Assemblea regionale siciliana, e di fatto si è già insediato nelle relative funzioni ma, fra 30 giorni a decorrere da oggi, (durante i quali può mantenere entrambe le cariche politiche) dovrà optare se proseguire nell’impegno di sindaco a Bagheria o restare a Palazzo dei Normanni fino al termine della legislatura siciliana che scadrà a novembre.
Il quesito è: quali sorti per il Comune di Bagheria, qualora Tripoli optasse per mantenere il seggio al Parlamento regionale? Cosa accadrebbe nel caso in cui Tripoli decidesse di restare sindaco? Sicuramente Roberto Clemente avrebbe la sua occasione. Infine, quali potrebbero essere i possibili risvolti politici anche in vista della prossima partita elettorale, in cui si proclamerà il nuovo presidente della Regione, o riconfermerà l’attuale governatore in carica, Nello Musumeci?
Intanto, spieghiamo cosa accadrebbe a Bagheria. La regola parla di un obbligo di opzione da soddisfare entro 30 giorni. Se il sindaco decidesse di rimanere in carica come deputato regionale, automaticamente ed immediatamente, le sorti di Bagheria sarebbero rette dal vicesindaco, il quale eserciterebbe le sue funzioni vicarie, fino a quando il presidente della Regione, su proposta dell’Assessorato alle Autonomie locali, non nomina un commissario straordinario, con i poteri propri del sindaco e di giunta comunale, rimanendo comunque in carica il consiglio comunale eletto nelle amministrative del 2019, fino al prossimo turno elettorale.
Ma attenzione, il rinnovo avverrebbe alla prima scadenza: è prevista una scadenza straordinaria di novembre, che di solito è quella riservata alle amministrazioni sciolte per infiltrazioni mafiose, e poi c’è la scadenza ordinaria primaverile del 2023.
Ad attendere fuori la porta di Sala d’Ercole rimane Roberto Clemente, almeno per i primi 30 giorni. Ricordando, poi, che Bagheria andrà al voto nel 2024, per scadenza naturale, e che al rinnovo dell’Ars mancano soli 4 mesi. Chissà come si muoveranno i protagonisti di questa vicenda politica. Certo è che i prossimi sviluppi saranno più chiari in piena estate, quando l’Ars sarà già chiusa.